lunedì 8 febbraio 2021

la violinista

Volevo vivere una storia d'amore che avesse un tono musicale.

Cercavo quella sillaba, la più sospirata da ogni innamorato, la più desiderata: da ogni innamorata.

Cercavo tra gli spartiti un SI. Mi capitò un bemolle.

Lo presi fra le dita cercando di non fargli male.

Con dolcezza lo adagiai in una scatola e per metterlo a suo agio, attaccai un bequadro sulla parete di cartone.

Forai il coperchio perché entrasse aria e quando, dopo giorni di nutrimento a solfeggi e scale lui iniziò a fidarsi di me - lo lasciai libero nella mia casa.

Cresceva a vista d'occhio, anche se raramente, per timidezza, si mostrava a occhio nudo.

Intonava solfeggi monotòni per compiacermi. Alternando-SI con altri SI.

Mi sembrava felice. E forse lo era davvero.

Nutriva la mia anima di eteree astrusità; fingeva di cadere nella vasca di Pesce Rosso mentre era Pesce che curioso, attratto da quella melodia, si avvicinava al bordo della vasca, per poterlo sentire più forte.

Si librava in aria fingendo di volare, mentre era solo la pala del ventilatore, che soffiando aria fresca, lo sbalzava sul soffitto.

Erano giorni idilliaci, d'amore, non fosse altro che l'amore ha bisogno di note.

Di note molto cupe, a volte, come il DO profondo - di un de profundis.

Perché si sa che l'amore giace quando un sì tace.

La mancanza di dialogo incrina. Il nostro rapporto aveva bisogno di una scossa, salii di una ottava e un SI troppo acuto, frantumò la vasca di Pesce Rosso che finì a terra boccheggiando.

Fu la nota  che fece traboccare il vaso.

Decidemmo di suonare, tentando di dimenticare.

Il destino volle che nel mezzo di un vibrato un MI cadesse dall’archetto.

SI accorse e fra le sue braccia lo accolse.
Fu un istante e la loro perfetta sintonia, mi travolse.
Li udivo alternarsi in oziosi solfeggi. Volteggiare in Fortepiano fra Accenti e Sincopi.
Una Pausa e tra noi fu il silenzio.
Non riuscivo a tollerare il loro incontrarsi tra le mie corde.
Furono giorni sempre più difficili, impossibile suonare senza di loro.
SI era esaurito - il nostro tempo era morto.
Mi diressi, con passo rapido e ben disteso, dall'analista che mi fece entrare nel suo studio e, indicandomi il lettino, esclamò:
- SI sdrai. MI dica.
Delusa dalla sua mancanza di tatto, rimasi in silenzio molto a lungo. Forse troppo a lungo.
Quando mi voltai verso di lui, lo vidi addormentato sulla poltrona.
Lo coprii d'insulti così che non prendesse freddo, e me ne andai.


Questo brano splendido, espressione di sintesi geniale tra poesia e prosa, è tratto dal blog: L'Isola di E'riu della mia amica Antonella, le cui parole sovente fanno vibrare il mio cuore!!!

https://amaremareedamore.blogspot.com/2021/02/la-violinista.html

12 commenti:

  1. Non conosco il blog della tua amica, andrò a visitarlo.
    Complimenti a lei per la poesia e la musicalità di questo brano, e a te per averlo condiviso con noi.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. grazie a te Claudia per la sensibilità!!!
      A presto

      Elimina
  2. Grazie per la segnalazione, andrò a visitare il Blog di Antonella e complimenti all’autrice di versi così originali e belli.
    sinforosa

    RispondiElimina
    Risposte
    1. non te ne pentirai cara Sinforosa!!!
      Buona giornata

      Elimina
  3. Grazie Luigi per la condivisione e per la "dritta" della nota; e grazie alle tue amiche per i commenti.
    Le aspetto nel mio blog :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. grazie a te per la disponibilità!!!
      Un abbraccio

      Elimina
    2. Ma che meraviglia è questo post?!

      Elimina
    3. tra poeti ci si intende a quanto pare...
      Un sorriso

      Elimina
  4. Caspita. Davvero un pezzo molto evocativo. Complimenti alla tua amica blogger :)
    Buona giornata Luigi.

    RispondiElimina
  5. Felice di conoscerti. Un brano che tocca le corde del cuore. Complimenti all'autrice e a te che lo hai riproposto. Buon pomeriggio.

    RispondiElimina