Questo ragazzo ha il dono (raro) della chiarezza:
Che cos’è un nome? Ciò che noi chiamiamo con il nome di rosa, anche
se lo chiamassimo con un altro nome, serberebbe pur sempre lo stesso
dolce profumo. (Giulietta in “Romeo e Giulietta” di William Shakespeare: atto II, scena II)
Cos’è un nome? Sebastiano Ridolfi di Verona, 32 anni, il suo nome ha il
coraggio di metterlo.
Su "L'Arena” del 12 agosto ecco pubblicato uno
stralcio della sua lettera a seguito del clamore mediatico suscitato dal
consigliere comunale Alberto Zelger, il quale ha chiesto e ottenuto dal
Consiglio comunale di Verona di monitorare l’educazione dei bambini
nelle scuole per difenderla dall’ideologia del gender.
Io invece mi faccio chiamare Eliseo Del Deserto. Ho un blog che
nell’ultimo anno ha ricevuto numerose visualizzazioni.
Sono omosessuale.
Anch’io potrei raccontarvi di centinaia di ragazzi in tutta Italia,
felici come me di poter sperare in un superamento delle proprie pulsioni
omosessuali.
Perché uso uno pseudonimo? Sicuramente perché nel blog racconto delle
cose molto personali, ma soprattutto perché devo difendermi da coloro
che si ritraggono come vittime ed invece sono carnefici. Devo difendere
la mia identità e la mia carriera da quelli che per avere pari diritti,
li vorrebbero togliere agli altri. Un esempio per tutti: ricordate il
caso Barilla? Questa è la militanza gay.
La mia omosessualità non mi rende una persona appagata, ma sono convinto
che l’orientamento sessuale si possa plasmare.
Non definisco
l’omosessualità come una malattia, ma come un ingranaggio che si è
inceppato nell’infanzia e fa girare a vuoto il processo che porta alla
maturazione completa dell’identità e dell’affettività. Tutto questo non
lo posso dire con il mio nome: ma cos’è un nome?
Quando Sebastiano Ridolfi parla di giovani “ridotti a cessare di vivere
la propria vita in favore di un presunto modello religioso e sociale che
a loro non appartiene”; giovani che vivono nell’ombra, incapaci di
accettare la loro condizione, mi sento biasimato, e trovo che le sue
parole siano piene di presunzione.
Io non mi sento ridotto a seguire il
modello di vita che la mia fede mi propone.
La mia fede riesce a
consolarmi dallo squallore di una vita sottomessa ad un ideale effimero
di amore romantico e ad una pulsione sessuale che nulla ha a che vedere
con l’amore vero.
Quando dico questo, alcuni mi dicono che il mio problema non è
l’omosessualità, ma come vivo la sessualità. Sono ipocriti.
Il mondo
omosessuale è intriso di sesso sregolato, pornografia e narcisismo.
Tutti i gay lo sanno bene, anche coloro che oggi hanno raggiunto un
equilibrio sofferto e negano quel mondo. Guardiamo quali sono i
riferimenti del mondo gay, i rappresentanti, gli ambienti e le
manifestazioni. Inoltre considerate la violenza che usa la militanza per
affermare i suoi presunti diritti “legittimi”.
L’omosessualità è una differennza, e come tutte le differenze è segno
dell’unicità che ciascuno porta in sè.
Non siamo tutti uguali, ma tutti
differenti.
Ogni differenza è una risorsa, ma anche una fragilità da non
calpestare, con dei limiti che bisogna accettare anche se può essere
doloroso.
C’è un diritto naturale che va rispettato.
La famiglia fondata
sul matrimonio tra un uomo e una donna che si amano è l’unica cellula
del tessuto sociale che consente e garantisce una crescita della società
in armonia con la natura e con l’uomo che ne è responsabile.
A tutti voi politici: finché la politica, l’economia, l’educazione, la
religione non promuoveranno e non tuteleranno la famiglia naturale e la
vita, non usciremo da nessuna crisi, e costruiremo solo società fondate
su ciò che è destinato a svanire.
Al sindaco Tosi e al Comune di Verona: pensare di fare politica
lasciando da parte le questioni etiche è un paradosso. O la politica ha
il fine di creare una società più giusta, e quindi più umana, o stiamo
inseguendo delle chimere. Qual è la verità? Qual è il bene comune? Cos’è
giusto? Cos’è umano?
Non stiamo parlando degli interessi di una
categoria di persone, ma dell’umanità intera. Non è questione di
cattolici o di omosessuali.
Sono domande a cui dobbiamo dare una
risposta, affinché la rosa non perda il suo profumo insieme al nome.
Ringrazio il Consiglio Comunale di Verona ed il consigliere Alberto
Zelger per il coraggio con il quale hanno affrontato la questione della
famiglia e dell’educazione dei bambini nella città di Verona.
Cordiali saluti. Eliseo del Deserto
fonte: http://eliseodeldeserto.blogspot.it/2014/08/tornado-zelger-su-verona.html