Notte fredda e inquieta di un umido inverno.
Ho sofferto molto nell'anima per tutta l'interminabile giornata, fuori d'ogni tempo e d'ogni speranza.
Poi mi sono offerto nuovamente all'Eterno e adesso mi ritrovo acceso di rinnovato stupore nella piccola città che m'era estranea, indifferente alla sua invadente bellezza.
Lampi nel cuore punteggiano ancora l'aria notturna, ma adesso non ho più paura: l'anima è svuotata di ogni sofferenza e come addormentata in questo stupore attonito.
Allora sono arrivato nella piazzetta. La luna l'aveva divisa in due con un taglio netto, diagonale: bianco e nero.
Il dolore è cessato e ho sentito cantare la fontana: da secoli non cantava così.
Era di vecchio marmo dilavato e slabbrato dal tempo, di vecchio marmo biondo, come se vi si fosse imprigionato, nel blandirla, un pò di sole d'un tramonto antico.
Ma l'acqua era nuova ed eterna, semplice ed eterna, limpida ed eterna.
E cantava; oh!, nella notte la sua voce era così alta, così piena di pace tranquilla, così soave! Solo nella notte, quando l'enorme e vano brusio degli uomini tace, le fontane possono cantare così.
Il dolore era cessato e questa poteva sembrare una notte qualunque, e gli uomini potevano amarsi ed essere fratelli, ancora, come in una notte qualunque, e come non hanno saputo essere mai.
La fontana cantava e mi lavava dall'anima tracce di rimpianto e la colmava, la dissetava.
Bisogna ascoltarla di notte, però, quando fanno silenzio le passioni degli uomini.
Infinite onde di vita sono venute ad infrangersi sulla tranquilla voce dell'acqua in questa piazza. Passioni brucianti, ansie disperate, rimorsi paurosi ed il rompersi d'ogni frangente è stato un dissolversi di dolori, scoraggiamenti e rimpianti: un miracoloso loro comporsi nella pace del cuore.
Non attingere quest'acqua con ingordigia, anima mia, perchè contiene molta luce che ti farebbe male, sino a renderti cieca: attingi, invece, da questa dolce fontana, poca acqua per volta.
Ma ricorda: in te dev'essere umile buio e silenzio, poichè la voce delle fontane soltanto in certe notti si fa chiara.
Complimenti Luigi per il bellissimo post,
RispondiEliminacanzone stupenda.
buon fine settimana
Tiziano.
grazie Tiziano: buon week-end anche a te!!!
EliminaL'hai scritto tu? Non ho parole. Divino.
RispondiEliminanon sarei onesto se dicessi che l'ho scritto interamente io; ho preso spunto da un brano di autore anonimo, trovato come introduzione di un libro di spiritualità, che ho rielaborato a modo mio!!!
EliminaSono felice che ti sia piaciuto
Sì, ci sono momenti in cui ci si sente così: pieni di felicità perché in pace con sé stessi e col mondo. E' il momento in cui si attinge l'acqua luminosa della fontana, per usare la tua bellissima metafora. Sono attimi preziosi di cui fare tesoro per tutta la vita.
RispondiEliminain pace: hai trovato proprio il termine giusto Vele!!!
RispondiEliminaun abbraccio
Questo bellissimo scritto così poetico è un inno alla vita. La metafora della fontana riporta alla capacità dell'anima di rigenerarsi, di cancellare ansie, passioni e le brutture di ogni giorno per ritrovare in serenità la propria essenza spirituale.
RispondiEliminagrazie di cuore Ambra, perchè sai cogliere sempre lo spirito positivo delle cose che scrivo!!!
RispondiEliminaBuona serata
E' bellissimo post, come se ascoltassi il canto dell'acqua della fontana. Grazie e buon lunedì!
RispondiEliminaGrazie Titti: buona settimana!!!
EliminaCiao Luigi, so scrivere abbastanza bene, ma non saprei mai raggiungere il tuo modo di descrivere una fontana che irriga l'anima come hai fatto tu in questo post. Tutti i miei complimenti e passa una buona serata.
RispondiEliminagrazie Elio: sei sempre troppo buono con me!!!
EliminaA presto
Sono tornata, Luigi, per dirti che sarebbe bello che tu abitassi a Milano oppure che noi fossimo a Verona, perché questi incontri sull'intelligenza emotiva e soprattutto sulla consapevolezza di sé sono davvero interessanti e ti aiutano a capire te stesso.
RispondiEliminaCiao e buona serata.
la prossima volta che passo da Milano vi vengo a trovare!!!
EliminaA presto allora
ho trovato tanta poesia in questo tuo brano,"il sole di un tramonto antico imprigionato nel marmo" e l'acqua pura e cristallina che sembra aspettarci nella notte lunare per rigenerare l'anima.Un brano pervaso dal silenzio e dalla pace interiore,bravo
RispondiEliminaP.S.mi sei scompararso dalla blogroll e non sempre mi ricordo di passare da te,ma sono contenta di averti incrociato in un blog amico,a presto Luigi
sono scomparso anche per altri amici, a quanto pare: purtroppo blogger fa questi scherzi ogni tanto!!!
EliminaGrazie per la sensibilità
Ciao Luigi, un sorso per volta, un passo per volta, camminando e non correndo, in un alternarsi di irrequietudine e conquistata serenità, l'anima cresce e si eleva! Magnifico pezzo amico mio!
RispondiEliminaBuon fine settimana!
talvolta vorremmo ubriacarci di quest'acqua, per non avere più sete, ma finchè siamo in cammino ne avremo sempre bisogno!!!
EliminaUn abbraccio
Bellissimo post: intenso, magico!!
RispondiEliminaAnche se l'hai elaborato, l'hai fatto magnificamente!
Sei scomparso anche dal mio blog, meno male che ti ho messo tra i preferiti:)))
Un abbraccio:)))
grazie Anto: sono scomparso anche io stesso dal mio blog cara.
RispondiEliminaE' un periodo di super-lavoro, ma appena esco dal tunnel ricomparirò; promesso!!!
Ciao...
RispondiEliminaNon ho mai letto per ordine i tuoi post,adesso stavo leggendo questo ed è davvero bello sai....
Buonanotte...
ho scritto un romanzo che comprende molti dei miei post; ti va di leggerlo?
EliminaCerto che mi va di leggerlo....!Io ti ringrazio...
RispondiEliminaUn abbraccio
ho bisogno però di un tuo indirizzo mail per mandartelo!!!
EliminaA presto