Non possiamo costringere nessuno ad amarci.
L’amore si nutre di libertà.
E, tuttavia, libertà non significa poter fare sempre tutto quello che si vuole:
la libertà deve avere un necessario legame con la verità.
“Conoscerete la verità e la verità vi farà liberi” Gv, 8,32.
Sono pienamente libero non quando faccio quello che voglio, ma quando scelgo la verità e il bene.
Quando una mamma dice al figlio di non mettere la mano sul fuoco altrimenti si scotterà, il bambino non è più libero se sceglie di scottarsi pur di fare quello che vuole.
Alla verità, dunque, si arriva prima col cuore che con l’intelligenza:
spesso dobbiamo fidarci delle persone che ci amano e scegliere di fare quello che ci consigliano, anche se non ne comprendiamo subito il senso.
Nella verità però si permane più con l’intelligenza che con il cuore, perché l’amore non si esaurisce nel sentimento ma abbraccia tutte le facoltà di una persona.
Viene sempre ad un certo punto della vita un momento in cui il cuore non basta più ed allora bisogna attingere a tutte le facoltà per rimanere fedeli all’impegno di amore che liberamente abbiamo preso; quello sarà il momento giusto per cercare di capire con la luce dell’intelligenza, che è stata infusa nella nostra anima, che il mistero dell’amore bussa alla porta della volontà e ci chiede di gettare nuove fondamenta capaci di rendere più profondo e stabile ciò che prima era solo entusiasmo dei sentimenti.
Siamo anime assetate d’amore ed il nostro cuore spesso è come un’arpa muta che attende soltanto la mano discreta capace di far vibrare di suoni armoniosi le sue corde più intime.
E tuttavia mutevole è il cuore dell’uomo più di ogni altra cosa, bisogna imparare a governarlo e sapientemente orientarlo verso il bene.