Da un po' di tempo mi capita una cosa molto strana.
Più di una volta e da più persone vengo chiamato con un nome diverso dal mio.
Sempre lo stesso.
Vincenzo.
All'inizio non ci facevo caso: poi le coincidenze si sono fatte inquietanti.
Mi sono chiesto allora se non ci sia Qualcuno che sta cercando di dirmi qualcosa.
Sono andato quindi a cercarne il significato.
Ho scoperto che all'origine del nome Vincenzo c'è il soprannome latino Vincentius, letteralmente "vincente", che divenne nome personale con valore augurale in ambienti cristiani con il significato di "destinato a vincere il male".
Mi è venuta subito in mente l'ossessione per la vittoria che avevo da ragazzo, descritta nel post "l'arte di saper perdere", e la cosa mi ha sorpreso tanto.
Sarà perchè è un periodo che aspetto risposte che non arrivano; sarà perchè in fondo al cuore sono convinto che il nuovo anno sarà pieno di novità per il mio futuro; sarà perchè tra qualche giorno è Natale e tutti gli uomini della terra riceveranno almeno un regalo; sarà che ultimamente sono stato ad una mostra di presepi e contemplando quel Bambino avvolto in fasce sempre più mi convinco che è Lui l'unico vincente della storia.
Spero tanto che quest'ultimo scorcio d'anno possa portare a ciascuno di voi il regalo più bello...
Buon Natale a tutti
lunedì 19 dicembre 2011
lunedì 12 dicembre 2011
come un fuoco che divora
C'è nell'uomo uno spaventoso bisogno di felicità. E' necessario che esso abbia il suo alimento, altrimenti divorerà tutto come un fuoco.
Mi sono imbattuto ieri in questa riflessione di Paul Claudel che mi ha fatto ripensare al post nostalgia che avevo inserito un po' di tempo fa.
Anche se molte persone possono aiutarci a percorrere la strada che abbiamo imboccato, il viaggio della vita dobbiamo compierlo da soli: la solitudine è una compagna di viaggio inseparabile e, forse, imprescindibile.
Chi non ha mai sperimentato questo sentimento, o ha cercato in tutti i modi di fuggirlo riempiendo la sua esistenza di “cose da fare”, probabilmente non riuscirà mai a trovare il senso della propria vita, dal momento che, per inevitabile legge naturale, ogni uomo è solo.
E' proprio vero, allora, che tutta l'infelicità degli uomini deriva da una cosa sola: dal non sapersene stare da soli in una stanza (Pascal).
Mi sono imbattuto ieri in questa riflessione di Paul Claudel che mi ha fatto ripensare al post nostalgia che avevo inserito un po' di tempo fa.
Anche se molte persone possono aiutarci a percorrere la strada che abbiamo imboccato, il viaggio della vita dobbiamo compierlo da soli: la solitudine è una compagna di viaggio inseparabile e, forse, imprescindibile.
Chi non ha mai sperimentato questo sentimento, o ha cercato in tutti i modi di fuggirlo riempiendo la sua esistenza di “cose da fare”, probabilmente non riuscirà mai a trovare il senso della propria vita, dal momento che, per inevitabile legge naturale, ogni uomo è solo.
E' proprio vero, allora, che tutta l'infelicità degli uomini deriva da una cosa sola: dal non sapersene stare da soli in una stanza (Pascal).
lunedì 5 dicembre 2011
dance little sister
L'altro giorno ho visto una ragazza che ballava alla fermata dell'autobus, mossa da chissà quale musica che le arrivava attraverso gli auricolari.
Era una danza lenta e armoniosa, che trasmetteva gioia di vivere e pace dell'anima.
Le persone che attendevano la corriera la guardavano incuriosite e sorprese, quasi perplesse sulla sua salute psichica.
Io l'ho invidiata molto.
Da un pò di tempo mi capita di provare un desiderio forte di spezzare il cerchio di normalità ipocrita nel quale sono confinato ed esplodere in piccole follie nelle situazioni più comuni, e restare ad osservare la gente che mi guarda attonita e imbarazzata davanti a questo lato del mio carattere di cui neanche sospettava l'esistenza.
Forse ho solo voglia di ballare un pò in mezzo alla gente fregandomene una buona volta dei rispetti umani, delle convenzioni e di quello che le persone si aspettano da me.
Era una danza lenta e armoniosa, che trasmetteva gioia di vivere e pace dell'anima.
Le persone che attendevano la corriera la guardavano incuriosite e sorprese, quasi perplesse sulla sua salute psichica.
Io l'ho invidiata molto.
Da un pò di tempo mi capita di provare un desiderio forte di spezzare il cerchio di normalità ipocrita nel quale sono confinato ed esplodere in piccole follie nelle situazioni più comuni, e restare ad osservare la gente che mi guarda attonita e imbarazzata davanti a questo lato del mio carattere di cui neanche sospettava l'esistenza.
Forse ho solo voglia di ballare un pò in mezzo alla gente fregandomene una buona volta dei rispetti umani, delle convenzioni e di quello che le persone si aspettano da me.
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