lunedì 20 novembre 2023

L'idolatria dell'amore umano

Guai alle persone per le quali un amore umano diventa l'unica ragione della vita: non esiste errore più pericoloso ed ineluttabile.

I femminicidi non c'entrano nulla con la violenza di genere o il maschilismo patriarcale, pertanto è assolutamente inutile fare delle leggi che tengano gli uomini lontani dalle donne.

L'istinto ad uccidere del maschio nasce dall'idolatria dell'amore senza Dio, che fa precipitare gli uomini in un inferno istintuale.

Quando il cielo si svuota di Dio, la terra si riempie di idoli, allora ognuno si crea il proprio dio, come fine ultimo della propria vita, e questo dio, che spesso viene identificato con un "amore" umano, che sia un uomo o una donna o un figlio, finisce per renderlo schiavo, creando una dipendenza simile a quella che genera l'uso di droghe: allora la crisi di astinenza rende persino capaci di uccidere pur di procurarsi una dose di quell' "amore" su cui si è investita l'intera esistenza.

Abbiamo creato un mondo in cui l'amore è basato unicamente sul sentimentalismo più banale e sulla "prestazione" che si è in grado di fornire, un rapporto a tempo determinato che dura fino a quando qualche prestazione si è capaci di fornirla: un amore perciò che non ha nulla a che vedere con l'amore autentico che invece richiede di amare l'altro per ciò che è non per quello che riesce a darmi.

La società contemporanea, avendo perso Dio, è per questo soffocata dall'idolatria, come rilevava acutamente anche un pensatore laico come Pasolini: "Come polli d’allevamento, gli italiani hanno subito assorbito la nuova ideologia irreligiosa del potere: tale è la forza di attrazione e di convinzione della nuova qualità di vita che il potere promette, e tale è, insieme, la forza degli strumenti di comunicazione (specie la televisione) di cui il potere dispone. Come polli d’allevamento, gli italiani hanno accettato la nuova sacralità, non nominata, della merce e del suo consumo. In questo contesto, i nostri vecchi argomenti di laici, illuministi, razionalisti, non solo sono spuntati e inutili, ma, anzi, fanno il gioco del potere. Dire che la vita non è sacra è fare un immenso favore ai potenti".

Questa desacralizzazione della vita, iniziata con la legittimazione dell'aborto, che ha condotto all'utero in affitto e presto condurrà all'eutanasia, arriva a sacralizzare qualunque cosa mi arrechi un minimo di benessere, necessariamente fugace e futile: così anche l'amore viene ridotto a merce da consumare.

Il problema, pertanto, non si risolverà mai con delle leggi restrittive della libertà personale, ma soltanto restituendo all'amore e alla vita il valore sacro che meritano. 

martedì 3 ottobre 2023

L'eleganza del riccio

Qualche giorno fa osservavo in controluce l'interno del guscio di un riccio di mare: non assomiglia alla cupola di una cattedrale gotica?

Qualcuno mi ha fatto notare che piuttosto la cupola della cattedrale somiglia al guscio del riccio: ed è vero; spesso gli artisti non fanno altro che imitare le meraviglie della natura.


martedì 19 settembre 2023

la stella del mattino

Chi si sveglia all'alba in questi giorni di settembre ha il privilegio di ammirare uno degli spettacoli più suggestivi del cielo preautunnale: la stella del mattino. 

La si può contemplare ad oriente piuttosto bassa sull'orizzonte prima del sorgere del sole e questo è il motivo per il quale Stella del mattino è anche uno dei nomi con cui viene chiamata la Madonna, perché con la sua luce dolce e tenue precede e prepara il sole di giustizia che è Cristo.

In realtà non si tratta di una stella ma del pianeta Venere che, grazie alle notti gradualmente più lunghe, fa in tempo a staccarsi dall'orizzonte di diversi gradi prima che il sole sorga, e in virtù del suo splendore crescente (restituisce il 70% della luce del sole che riceve) si può ammirare anche al crepuscolo nel cielo di dicembre, mentre sarà vicinissima ad una sottile luna calante la mattina del 25 settembre a partire dalle ore 5.

Il 22 settembre, infatti, finisce ufficialmente l'estate con l'equinozio d'autunno: le notti tornano ad essere più lunghe del giorno; mentre ad inizio del mese il sole sorge alle 6,35 e tramonta alle 19,44, il 30 settembre sorgerà alle 7,06 e tramonterà alle 18,54, per cui la durata del giorno diminuirà di circa un'ora e 20.

La luce più splendente nel cielo, dunque, sarà proprio quella di Venere all'alba, la quale, appunto in virtù del suo grande fascino, fu identificata con la dea della bellezza e riconosciuta come divinità da molti popoli antichi.

Non perdetevi questo spettacolo, allora, perché è tra i più sorprendenti che la natura ci offre.


mercoledì 26 luglio 2023

cosa ti manca per essere felice?

Mi sono imbattuto "per caso" nel libro d'esordio di Simona Atzori: "Cosa ti manca per essere felice?" e sono rimasto folgorato.

Conoscevo Simona per averla vista qualche volta in televisione ma non avevo idea del percorso che aveva affrontato per diventare quella meravigliosa espressione della grazia che è.

"Perché ci identifichiamo sempre con quello che non abbiamo, invece di guardare quello che c'è?" è la domanda chiave della sua vita.

Ed è la stessa domanda che mi sono fatto io spesso anche in questo luogo.

Le braccia di questa ragazza sono rimaste in cielo, come ha scritto un grande giornalista, eppure lei si è sempre sentita completa così com'è.

"Io sono stata disegnata così", aggiunge Simona, ed è proprio con i suoi apparenti limiti che è diventata ballerina, pittrice e sensibilissima autrice di best sellers.

Un coreografo famoso ha detto che Simona è una grande danzatrice perché non si concentra su ciò che non ha, ma le interessa ciò che ha.

"Io non c'ero una volta. Io ci sono adesso e la mia non è una favola, è uno spettacolo di vita. Non c'è nulla che non possa essere fatto, basta trovare il modo giusto per farlo. Se avessi avuto paura sarei andata all'indietro. Se mi fossi preoccupata mi sarei bloccata, non mi sarei buttata, avrei immaginato foschi scenari e mi sarei ritirata. Invece ho immaginato. Adesso sono felice, smodatamente, spudoratamente felice. Ed è una gioia raccontarla questa mia felicità".

Aggiungerei che è una felicità contagiosa, perché stimola chiunque entri in contatto con lei a non lamentarsi di fronte ai piccoli o grandi limiti che apparentemente ci impediscono di crescere.

"Ringrazio Dio non solo per la vita in generale, ma per avermi 'disegnata' esattamente così. Il mio ringraziamento quotidiano è tentare di rendere questa mia esistenza un capolavoro".

Per coloro che non l'avessero mai vista all'opera allego un video di un suo intervento al TedX di Verona qualche anno fa, di una forza straordinaria, che si guadagnò, come spesso accade con lei, la standing ovation da parte del pubblico presente.


mercoledì 14 giugno 2023

Antonia

Qualche settimana fa abbiamo avuto l'onore di avere ospite a cena una protagonista assoluta della letteratura italiana contemporanea: Antonia Arslan.

Il suo romanzo più famoso è senza dubbio "La masseria delle allodole", pubblicato nel 2004 dando voce ai ricordi del nonno sul genocidio del popolo armeno ad opera dei turchi.

Il libro ha riscosso un tale successo che è stato tradotto in tutto il mondo e ne è stato tratto un film girato dai fratelli Taviani.

Il pregio maggiore dell'opera letteraria di questa scrittrice consiste, a mio parere, nella capacità di esprimere in un linguaggio teneramente poetico eventi particolarmente drammatici come quelli che hanno caratterizzato le vicende del popolo armeno.

Nell'accoglierla in casa le ho confidato di essere un suo grande ammiratore e le ho mostrato una foto che conservavo gelosamente da alcuni anni: la ritrae in uno dei momenti più belli della sua vita, quello del matrimonio.

L'avevo ritagliata da un giornale sul quale era comparsa in occasione del transito al cielo del marito di Antonia; le ho rivelato allora che il suo sguardo in quella immagine mi aveva colpito molto per la sua intensità, al punto da indurmi a ritagliarla e conservarla.

Ha apprezzato molto la sorpresa e mi ha ringraziato con affetto sincero e quasi commosso.



martedì 30 maggio 2023

l'essenza di Dio

Andrè Frossard è stato uno scrittore francese diventato famoso in tutto il mondo per il libro in cui racconta come avvenne la sua conversione: "Dio esiste, io l'ho incontrato".

Andrè era ateo: cresciuto in una famiglia mai sfiorata dal problema di Dio, non provava alcuna curiosità per la religione e nutriva una certa avversione per i preti: suo padre era uno dei fondatori del partito Comunista francese, del quale fu segretario generale.

L'8 luglio 1935 si trovava a Parigi per accompagnare un amico; ad un certo punto questi entrò in una chiesa, mentre Frossard preferì attendere fuori. L'amico tardava, così Andrè stanco di aspettare entrò in chiesa e si fermò davanti al Santissimo Sacramento.

In quel momento visse un'esperienza straordinaria. Dopo aver sentito le parole "Vita spirituale" come sussurrate da una Presenza invisibile, vide "l'evidenza di Dio", intuendo come nell'universo ci sia un ordine, alla cui sommità c'è Dio.

Uscito dalla chiesa e ritrovando l'amico gli disse: "Sono cattolico, apostolico, romano... Dio esiste ed è tutto vero".

Anni dopo descrisse più precisamente cosa aveva visto in quella chiesa: “l'infinito che si contrae in una inconcepibile umiltà".

Personalmente trovo che questa sia l'immagine più vera che ci è stata trasmessa sull'essenza di Dio.


martedì 18 aprile 2023

il senso di solitudine

Esistono tre modi con cui l’uomo tenta di superare il senso di solitudine che assedia la sua anima: la sessualità, il conformismo e l’attività creativa, scrive il padre della psicanalisi.

"Nel primo caso in risultato è un sempre crescente senso d’isolamento, poiché l’atto sessuale, senza amore, non riempie mai il baratro che divide due creature umane, se non in modo assolutamente momentaneo.

La soluzione più frequente scelta dall’uomo è l’unione col gruppo. Se io sono uguale agli altri, sia nelle idee che nei costumi, non posso avere la sensazione di essere diverso. Sono salvo: salvo dal terrore della solitudine. L’unione ottenuta mediante il conformismo, non è intensa né profonda; è superficiale e, poiché è il risultato della routine, è insufficiente a placare l’ansia della solitudine.

Un terzo modo per raggiungere l’unione è l’attività creativa: sia che il contadino coltivi il grano o il pittore dipinga un quadro, l’uomo si unisce col mondo nel processo di creazione. Questo, tuttavia, vale solo per il lavoro produttivo, per il lavoro nel quale io progetto, produco, vedo il risultato della mia fatica. Ma nel moderno processo del lavoro, il dipendente, anello di una catena senza fine, è un’appendice della macchina o dell’organizzazione burocratica".

Erich Fromm, L’arte di amare.

Agostino commenterebbe così: solo Dio basta!!! Il desiderio di infinito presente nel nostro cuore può essere colmato soltanto da un Essere infinito.

venerdì 24 marzo 2023

Non tenere per se il dono

C'è un termine che non gode di molta simpatia nella mentalità contemporanea: per molti versi è la parola più rifiutata dalla sensibilità moderna.

La parola è sacrificio.

La repulsione dell'uomo moderno verso il concetto di sacrificio nasce da una errata interpretazione del termine stesso, che viene letto sempre come sinonimo di rinuncia, privazione, perdita.

L'interpretazione corretta, invece, è molto più semplice e rassicurante: offerta di un dono a qualcuno.

Me lo ha chiarito ieri un amico molto caro, con queste splendide parole:

"Sacrificare vuol dire non tenere il dono per sè.

Tutto è dono di Dio, gratuito, dato per la nostra gioia e la sua gloria.

Nulla ci è dovuto.

Lo scopo, la funzione di questo dono è imparare a imitare Dio nel donare: la gioia sta nel donare.

Sacrificare non è rinunciare ma donare, donare gratuitamente il dono.

Restituire e non tenere per sè il dono, non soffrire per la sua mancanza.

Se saremo fedeli a questo sacrificio, il Signore ci promette la sua gioia qui sulla terra e per la vita eterna.

Donare infatti è dare vita, essere fecondo.

Tenere per sè è diventare sterili, disperdere il dono.

Come da una fonte il nostro calice è stato riempito a metà: più riverseremo nei calici degli altri, più il nostro si riempie fino a traboccare; più ce lo teniamo e più si prosciugherà".

Grazie Alvise

lunedì 6 febbraio 2023

pescatori (inadeguati) di uomini

 

Mi incoraggia molto considerare la vocazione dei primi dodici.

Quei primi apostoli, per i quali ho grande devozione e affetto, se li giudichiamo secondo i criteri umani erano ben poca cosa.

Non erano colti, e neppure molto intelligenti, almeno per ciò che si riferisce alla comprensione delle realtà soprannaturali. Perfino gli esempi e i paragoni più semplici risultavano loro incomprensibili e dovevano ricorrere al Maestro:  Signore, spiegaci la parabola. Quando Gesù con una metafora allude al lievito dei farisei, credono che li stia rimproverando per non aver comprato del pane.

Sono poveri e ignoranti. Tuttavia non sono né semplici né schietti. Pur nella loro ristrettezza di vedute, sono ambiziosi. Li troviamo più volte a discutere su chi sarà il maggiore quando Gesù — secondo la loro mentalità — avrà instaurato sulla terra il regno definitivo di Israele. Discutono e si accalorano nel momento sublime in cui Gesù sta per immolarsi per l'umanità: nel raccoglimento del cenacolo.

Di fede ne hanno poca. Gesù stesso lo afferma. Eppure lo hanno visto risuscitare i morti, guarire ogni genere di malattia, moltiplicare il pane e i pesci, placare le tempeste, scacciare i demoni.

Questi uomini di poca fede eccellevano forse nell'amare Gesù? Lo amavano, senza dubbio, almeno a parole. Però nel momento della prova fuggono tutti, tranne Giovanni che amava veramente, con le opere.

Erano questi i discepoli scelti dal Signore: tali apparivano prima che, ripieni di Spirito Santo, diventassero colonne della Chiesa.

Sono uomini comuni, con i loro difetti, le loro debolezze, la parola più lunga delle opere. 

E tuttavia Gesù li chiama per farne dei pescatori di uomini.


San Josemaria Escrivà, E’ Gesù che passa: la vocazione cristiana