mercoledì 13 febbraio 2019

Uno sguardo nuovo sul mondo

In una lettera al fratello Theo, Vincent Van Gogh descrive l'angoscia che prova il pittore di fronte alla tela bianca.
Si tratta di uno stato d'animo comune a molti artisti: richiama, infatti, l'angoscia dello scrittore davanti al foglio bianco; quella del musicista di fronte al silenzio, quella dello scultore di fronte ad un blocco di marmo informe.
Al riguardo, si racconta che il pittore veneziano Emilio Vedova, quando i suoi allievi rimanevano paralizzati di fronte alla tela bianca, passasse con una scopa ed un secchio pieno di colori e tracciasse una striscia a caso sulla tela per stimolare i giovani a "rompere gli schemi" nei quali erano ingabbiati.
Questo gesto, a giudizio dello psicoterapeuta Massimo Recalcati, che lo rievoca, serviva a dare avvio al processo creativo, che suppone sempre un superamento degli schemi tradizionali.
Per superare l'angoscia della creazione, allora, sembrerebbe necessario dimenticarsi di tutti gli artisti precedenti e provare a guardare il mondo con occhi nuovi.
In effetti, è proprio quello che hanno fatto i grandi innovatori: il loro sguardo sul mondo è stato sempre di una originalità senza precedenti.
Nel processo creativo la tecnica non basta.
C'è bisogno di qualcosa in più: la manifestazione della propria interiorità, che è sempre unica e originale.
L'arte nasce sempre da questo nucleo profondo ed originale che fa di ogni uomo un soggetto unico e diverso da ogni altro e rende possibile generare uno sguardo nuovo sul mondo.
Il modo migliore per spiegare la vita è raccontare sé stessi.