giovedì 20 agosto 2015

la statua della responsabilità

Quello che io descrivo come vuoto esistenziale rappresenta un vero problema per la psichiatria contemporanea.
Sono sempre più numerosi i pazienti che si rivolgono al medico lamentando un sentimento di vuoto e non senso.
A mio parere questo sentimento è da ricondurre a due cause principali:
a differenza degli animali, nessun istinto dice all'uomo quale sia il suo bisogno;
e a differenza degli uomini di un tempo, nessuna tradizione gli dice più quale sia il suo dovere.
Così l'uomo si ritrova a non sapere più cosa propriamente vuole!
Allora, egli vuole soltanto quel che gli altri fanno (conformismo del mondo occidentale) o fa soltanto quel che gli altri vogliono (totalitarismo del mondo orientale).
La scomparsa delle tradizioni riguarda però soltanto i valori, non il senso; mentre i valori sono universali, il senso è qualcosa di unico e specifico: esso varia non solo da persona a persona ma anche da situazione a situazione.
E l'unico mezzo per trovare il senso di una concreta situazione è ciò che si chiama coscienza.
Ne consegue che in un tempo come il nostro, cioè nell'epoca del vuoto esistenziale, l'educazione  non può limitarsi a trasmettere usi e nozioni, ma deve preoccuparsi di affinare le coscienze.
In un'epoca in cui per molti uomini i dieci comandamenti hanno perduto la loro incondizionata validità, l'uomo ha bisogno d'imparare ad ubbidire ai diecimila comandamenti che gli detta la voce della sua coscienza.
La coscienza ci lascia scoprire il senso che ci manca, e che non può esserci dato arbitrariamente.
Noi non possediamo la libertà d'inventare un senso qualunque: abbiamo la responsabilità di scoprire in concreto "il" senso!
Con questo non si dice nulla contro la libertà, ma dobbiamo renderci coscienti che la libertà minaccia di degenerare in arbitrio se non è vissuta come responsabilità.
Per questo motivo auspico che la Statua della Libertà alzata sulla costa orientale degli Stati Uniti sia presto completata da una Statua della Responsabilità sulla costa occidentale.
                         Victor Frankl