venerdì 29 marzo 2019

Interruzione volontaria dell'intelligenza


Se Dio non esiste tutto è permesso afferma Ivan Karamazov nel famoso capolavoro di Dostoevskij.
Oggi potremmo parafrasare quest'affermazione dicendo che: se la natura non esiste tutto è permesso.
Purché ci sia l'amore s'intende.
Siamo passati dall'eresia della verità all'eresia dell'amore.
Se c'è l'amore tutto è lecito, persino la manipolazione della natura umana.
La prima eresia ha generato il relativismo etico: la verità non esiste; tutto è negoziabile dalle maggioranze parlamentari, persino il massimo valore costituzionalmente tutelato, la vita.
E' cosi che il peggior crimine che si possa commettere: l'uccisione di un essere umano fragile e indifeso nel ventre della madre viene trasformato da reato di omicidio punito dal codice penale a esercizio di libertà.
La seconda eresia ha generato l'amore arcobaleno.
Purché ci sia l'amore tutto è consentito.
E' così che alla famiglia naturale si sovrappone la famiglia "transgender", altrettanto idonea ad accogliere figli e ad educarli in maniera equilibrata.
E' semplice intuire dove condurrà questa "conquista di civiltà".
Se la natura non esiste non c'è più nessun punto di riferimento che ci possa dire cosa è bene e cosa è male.
Se il diritto naturale non esiste tutto sarà permesso, dall'eutanasia al suicidio "assistito"; ogni "amore" sarà consentito, ogni attrazione si potrà assecondare, da quella verso il proprio figlio, o verso il padre o la madre, o verso il fratello o la sorella, o verso la moglie del migliore amico, o verso l'insegnante o l'allievo...
E non pensiate che tutto questo processo sia il risultato di un naturale "sviluppo" della società.
E' stato tutto pianificato e studiato a tavolino circa 50 anni fa dai gruppi di potere che "muovono" i fili dell'opinione pubblica.
E l'obiettivo di questa gente non è certo l'emancipazione della società o i diritti umani: alle multinazionali frega "un'emerita minchia" dei diritti degli omosessuali.
Pensate davvero che la gigantesca campagna mediatica sviluppatasi in questi anni a favore delle famiglie arcobaleno sia il frutto di iniziative genuine e spontanee?
Il vero motivo che ha condotto questa gente ad investire miliardi di euro per distruggere la famiglia è il più grande business mai realizzato sulla faccia della terra: la manipolazione genetica; "costruire" i bambini ad immagine e somiglianza del committente, senza bisogno dell'unione sessuale naturale.
Benvenuti nella realtà.


mercoledì 20 marzo 2019

Teologia applicata all'igiene dentale

Qualche tempo fa riportavo alcune considerazioni di C.S. Lewis sulla sofferenza.
L'autore delle Cronache di Narnia (e Diario di un dolore) partiva dalla constatazione che un Dio perfettamente buono non smette per questo di incutere timore: "mettiamo di aver a che fare con un chirurgo che ha a cuore solo il nostro bene. Più sarà buono e coscienzioso, più sarà inesorabile nel tagliare. Se cedesse alle suppliche, se interrompesse l'operazione prima della fine, tutto il dolore provato fino a quel momento sarebbe stato inutile. Che cosa vogliono dire quelli che proclamano: "non ho paura di Dio, perché so che è buono"?
Non sono mai stati da un dentista?".
Ecco appunto, il dentista.
Ho un caro amico dentista che ha una passione per la teologia, tanto da aver creato un nuovo genere letterario: la dentoteologia.
Prende spunto, cioè, dalla cura dentale per spiegare argomenti teologici: è talmente bravo che ha influenzato anche me.
Qualche settimana fa, infatti, mentre mi recavo appunto dal dentista, ho fatto il proposito di offrire tutti i dolori che avrei sopportato per la salvezza delle anime che ne avevano bisogno.
A quel punto mi sono chiesto: ma dopo la mia offerta soffrirò di più o no?
Ho pensato che, siccome ci sono molte anime che hanno bisogno di essere salvate, il Padreterno avrebbe approfittato della mia offerta per salvarne quante più possibile, aumentando le mie sofferenze.
Molte persone, infatti, si tengono lontane da Dio per paura di soffrire, quasi sperando di passare inosservate; ricordiamo al riguardo la famosa frase di santa Teresa d'Avila che, provata da tante tribolazioni, si lamentava con Dio, e il Signore le rispose: "Teresa, è cosi che tratto i miei amici"; al che la santa rispose: "capisco allora perché ne hai così pochi".
Poi però ho concluso che avrei sofferto in misura esattamente uguale, perché Dio non può premiare un atto di buona volontà con una maggiore sofferenza; un tale modo di fare, infatti, scoraggerebbe nuovi atti di generosità, anche alla luce di quelle parole del Vangelo secondo cui il Signore: "fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti"; Mt. 5,45.
Non basta, pertanto, tenersi lontani da Dio per non soffrire, dal momento che la vita serba per tutti gli uomini una dose di dolori proporzionata alla loro capacità di sopportazione; ciò che fa la differenza è il senso che diamo al nostro soffrire.
Se ci ribelliamo ad esso considerandolo inutile  esso può condurci alla pazzia; se lo sopportiamo per amore di Dio e delle anime può diventare un tesoro prezioso.

p.s. per la cronaca: quel giorno dal dentista ho sofferto molto meno delle altre volte...