giovedì 31 agosto 2017

LISBOA

Non so dire di preciso cosa mi abbia spinto a Lisbona.
Senz'altro da un pò di tempo seguivo delle tracce.
La principale era la musica dei Madredeus; le loro melodie mi hanno accompagnato molto in questi anni e mi hanno svelato luoghi e parole della città, schiudendomi orizzonti sorprendenti.
Dopo c'è stato il cinema: Lisbon story su tutti; vero percorso interiore realizzato nei meandri più autentici dell'anima lusitana, come solo un grande regista come Wenders sa fare.
Il clima, poi, era l'ideale per la mia insofferenza al caldo umido: sempre ventilato e fresco anche ad agosto.
E la luce: non ho mai visto una città così luminosa come Lisbona, quasi abbagliante.
Gli abitanti sempre gentili ed eleganti, espressione di una sintesi culturale mirabile, come poche al mondo.
Le cattedrali, autentici ricami di pietra sorprendenti; esempi luminosi di gotico fiammeggiante.
I famosi Azulejos, capaci di esprimere in profonde tonalità d'azzurro l'anima di un popolo.
Il motivo più importante, però, era ringraziare una persona che 25 anni fa mi ha rapito il cuore, a Fatima.
L'ho vista e ho pianto, scoprendomi ancora un figlio prediletto che ritorna a casa.