sabato 1 giugno 2019

le campane di Nagasaki

Libro bellissimo questa biografia di Takashi Nagai raccontata da Paul Glynn.
Medico e docente universitario, Nagai è stato pioniere della radiologia nel Giappone del primo novecento.
Testimone di un'umanità autentica, ha saputo seminare pace e speranza dove la bomba atomica aveva distrutto il corpo e l'anima di un intero popolo: "Soltanto se uno ha sofferto e pianto può capire che cos'è la compassione e può confortare chi soffre. Se non hai mai pianto non puoi asciugare le lacrime di un'altro. Se non hai mai guardato la morte in faccia, se non ti sei mai sentito annientato dal suo orrore, non puoi aiutare un altro a risorgere per gustare nuovamente la gioia di essere vivo".
Parole che non hanno nulla di retorico per una persona che ha visto il corpo dell'amatissima moglie Midori carbonizzato dalle radiazioni della bomba atomica lanciata su Nagasaki.
Da ateo convinto scopre l'esistenza dello spirito immortale semplicemente guardando negli occhi sua madre morente, che gli trasmettono una specie di illuminazione: "corsi al suo capezzale. Respirava ancora. Tenne fissi gli occhi su di me e fu così che spirò. Mia madre con quel suo ultimo sguardo fece crollare tutta la sovrastruttura ideologica che mi ero costruito dentro. Questa donna che mi aveva messo al mondo e mi aveva allevato, negli ultimi istanti senza parlare mi disse parole molto chiare; i suoi occhi parlarono ai miei: "tua madre ti dice addio perché muore, ma il suo spirito non muore e resterà sempre accanto al suo bambino". Io che ero così convinto che non esistesse affatto una "cosa" che si chiamava spirito, ora ero costretto a crederci!
Gli occhi di mia madre mi hanno confermato che lo spirito umano continua a vivere dopo la morte".
Convertitosi al cattolicesimo, arriva a conquistare una fede così profonda da essere chiamato "il santo di Urakami", irradiando la sua luminosa spiritualità in tutto il mondo attraverso i suoi scritti e le sue poesie.
Un giorno, mentre era intento ad osservare al microscopio la perfetta conformazione dei cristalli di urea, sente un forte impulso a mettersi in ginocchio e pregare.
Pur conoscendo i rischi dovuti all'esposizione delle radiazioni generate dai macchinari radiologici, non cessò mai di fare visite, spesso fino a notte fonda, pur di curare i suoi pazienti.
Il 1° maggio 1951, giorno della sua morte a causa della leucemia che ne sconvolse l'organismo, suonarono tutte le campane degli edifici di culto di Nagasaki in onore del giovane medico volato in cielo a soli 43 anni.
Lascerà scritto ai suoi figli: "essere poveri di spirito e puri di cuore non vi procurerà forse molti soldi, ma vi darà qualcosa di più prezioso, la pace del cuore".
</ Qualche anno fa da questa storia è stato tratto un film: "all that remains", e quello che segue ne è lo splendido trailer