Interpretazione straordinaria, da pelle d'oca e brividi di commozione.....
martedì 20 giugno 2017
sabato 17 giugno 2017
la sua figura
Nella notte tra il 13 e il 14 settembre del 2004 è andata in cielo Giuseppa Romeo, cantautrice meglio conosciuta al pubblico con il nome di Giuni Russo.
Nona di dieci figli, era nata a Palermo nel 1951 da papà Pietro, pescatore, e mamma Rosa, che aveva una bellissima voce da soprano e, allattandola, le cantava struggenti canzoni napoletane.
Dalla madre, perciò, Giuni ereditò una voce potente e originalissima, che la portò ben presto al successo nazionale con canzoni immediate ed orecchiabili.
Eppure per Giuni la musica fu sempre caratterizzata da una costante ricerca, inquietudine e sperimentazione, mentre il suo percorso artistico era accompagnato da una maturazione spirituale che lasciò interdetti i suoi produttori musicali, che volevano invece ingabbiarla in uno stile ben preciso.
Lasciata Palermo, Giuni scoprì quasi per caso la spiritualità carmelitana, cominciando a frequentare le attività di formazione promosse dalle suore del cenacolo di Milano.
Molte delle sue canzoni cominciarono ad ispirarsi ai testi sacri, in particolare a quelli di santa Teresa d'Avila e san Giovanni della Croce.
Questa ricerca però non fu compresa dalle case discografiche, che ben presto l'abbandonarono all'autoproduzione.
Nel 1999 le fu diagnosticato un tumore e Giuni affrontò anche questa prova con buon umore e serenità, tanto che nel 2003, nonostante un pesante ciclo di chemioterapie, partecipò a Sanremo con la canzone "Morirò d'amore", vero testamento spirituale della cantautrice, che al riguardo affermò: "pensate che io la canti per un uomo, per una mamma, per un figlio? Io invece la canto per l'Amore alto che è questa parola: morirò d'amore, morirò per te, in te".
Alla sua morte le carmelitane scalze di Milano vollero che il suo corpo fosse sepolto nel cimitero interno al convento, perchè, come disse la Superiora durante il funerale, Giuni era vissuta e morta da vera carmelitana, poichè il suo canto (carmen) aveva rallegrato il mondo.
Una delle canzoni più belle di quest'ultimo periodo fu "La sua figura", ispirata a un cantico spirituale di san Giovanni della Croce: "sai che la sofferenza d'amore non si cura, se non con la presenza della sua figura; come un bambino stanco ora voglio riposare / E lascio la mia vita a te".
sabato 3 giugno 2017
luce dei nostri occhi
Il Pensiero creò la
Parola e il Pensiero e la Parola si amano.
L’Amore è lo Spirito.
E’ l’Amore che ha
creato l’Universo, che ha istruito i primi servi di Dio, che ha
spinto il Padre a dare i Precetti, che ha illuminato i Profeti, che
ha concepito con Maria il Redentore, che ha messo Me sulla Croce, che
ha sostenuto i Martiri, che ha retto la Chiesa, che opera i prodigi
della Grazia.
“Io sono la Carità di
Dio.
Canale d’amore fra il Padre e il Figlio, canale di carità fra
Dio e gli uomini. Libero e fecondo, Io vado e circolo, distribuisco e
raccolgo, espando e concentro.
Per Me l’Eterno è in voi. Per Me
voi siete nell’Eterno. Sono la Forza prima. Sarò la Forza ultima.
Sono la Forza eterna.
Tutto finirà non Io. Il mio vivere, il mio
regnare è eterno, perché Io sono la Perfezione delle Perfezioni di
Dio e la perfezione delle perfezioni dell’uomo.
Io sono l’Amore.
Non ho
voce mia propria perché la mia Voce è in tutto il creato e oltre il
creato. Come etere Io dilago, per tutto quanto è, come fuoco
accendo, come sangue circolo.
Io sono in ogni parola del Cristo e
fiorisco sulle labbra della Vergine.
Io purifico e faccio luminosa la
bocca dei profeti e dei santi.
Io sono Colui che le cose ispirò
prima che fossero, perché è il mio potere quello che come palpito
dette moto al pensiero creativo dell’Eterno.
Per il Cristo tutte le
cose sono state fatte, ma tutte le cose sono state fatte da Me-Amore,
perché sono Io che con la mia segreta forza, mossi il Creatore a
operare il prodigio.
Io ero quando nulla era
ed Io sarò quando rimarrà unicamente il Cielo.
Io sono l’ispiratore
della creazione dell’uomo al quale fu donato il mondo per sua
delizia, il mondo in cui, dagli oceani alle stelle, dalle vette
alpine agli steli, è il mio sigillo.
Io sono Quello che a
placare il Padre infusi l’idea dell’Incarnazione e scesi, fuoco
creatore, a farmi seme nelle viscere immacolate di Maria e risalii
fatto Carne sulla Croce e dalla Croce al Cielo per stringere in
anello d’amore la nuova alleanza fra Dio e l’uomo, come in
amplesso d’amore avevo stretto il Padre e il Figlio generando la
Trinità.
Io sono Colui che senza
parole parla, ovunque e in ogni dottrina che abbia in Dio origine,
Colui che senza tocco apre occhi e orecchi ad udire il
soprannaturale, Colui che senza comando vi trae dalla morte della
vita, alla Vita nella Vita che non conosce limite.
Cercatemi ovunque è
amore, fede e sapienza. Datemi il vostro amore. La fusione dell’amore
con l’Amore crea il Cristo in voi e vi riporta in seno al Padre.
La nostra Trinità, la
nostra triplice e una natura, si fissa in un unico splendore, in quel
punto in cui si genera, tutto quanto è, in un eterno essere.
Il Padre, il Figlio e lo
Spirito Santo, Tre che sono Uno, tre Amori che si cercano, si
contemplano, si lodano a vicenda, avvolti e stretti in un unico
abbraccio d’amore incandescente che fa dei Tre distinti una Unità
inscindibile”.
Maria Valtorta –
Spirito Santo
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