venerdì 9 settembre 2011

l'arte di saper perdere

Il mio corpo non ne ha mai voluto sapere di assecondare in tutto e per tutto la mente che cercava di governarlo.
Quello che spesso era immediatamente chiaro nella testa richiedeva molti esercizi per essere eseguito dal corpo.
Nelle mie prestazioni sportive non riuscivo mai ad accettare la sconfitta.
Mi interessava solo vincere e, tranne il rispetto delle regole, tutto il resto non contava.
Chi dice che nello sport l'importante è partecipare con ogni probabilità non ha mai giocato una partita in vita sua.
Chiunque abbia fatto parte di una squadra sa quanto è importante vincere, specie per un ragazzo giovane.
Fa parte di un desiderio innato che và al di la della singola prestazione, poichè riguarda la vita intera: è un atteggiamento nei confronti del mondo, dal momento che una palla dentro o fuori può cambiare il tuo rapporto con l'universo.
Man mano che cresci, però, ti rendi conto che la cosa più importante che lo sport ti ha insegnato è imparare a perdere, perchè non c'è niente di più importante nella vita che saper accettare una sconfitta con dignità.
Capisci che una partita si perde o si vince non solo grazie al tuo impegno ed alla tua abilità, ma anche a causa di alcuni fattori che fanno parte del regno dell'imponderabile.
Comprendi che è solo un gioco nel quale tu non puoi controllare tutto e ti metti l'animo in pace cominciando a giocare davvero solo per divertirti.
Scopri, allora, tutta la gioia che produce lo sport quando non è assillato dall'ansia di voler vincere a tutti i costi.

31 commenti:

  1. Ciao luigi, molto bella ed interessante la tua riflessione. Io invece non sono mai stata competitiva...o se lo sono...molto poco! però la sana competizione aiuta anche a crescere, a volte.

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  2. Io, invece, non ho mai sentito l'istinto della competizione. Ricordo da ragazza, che le amiche cercavano di essere sempre più belle, più disponibili, insomma facevano a gara per accaparrarsi il ragazzotto più bello della compagnia. Io preferivo starmene in disparte e vivere la vita tranquillamente.
    Ed infatti poi gli eventi mi hanno dato ragione. Alcune di loro hanno fatto esperienze negative...La competizione alcune volte porta negatività. Abbraccio caro a presto AnnaMaria

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  3. @ Laura: hai ragione lo sport aiuta a crescere se lo si svolge in maniera sana!!!

    @ Annamaria: in questo campo credo che i ragazzi siano molto diversi dalle ragazze, almeno nello sport; per loro la competizione è tutto!!!
    Buona serata

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  4. "Un uomo in grado di pensare non è sconfitto anche quando lo è sul serio"

    Milan Kundera

    Ciao Luigi, un abbraccio e buona serata!

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  5. ciao Luigi! posso dire finalmente! ti spiego:
    sei passato da me in un pò di occasioni, ma ogni volta che cliccavo o sul tuo profilo o sulla tua pagina non mi dava nulla e neppure il link da collegamento! oggi, ci riprovo e ... Miracolo!!! blogger mi ha graziata!! mi dispiaceva più che altro non poter ricambiare la tua cortesia ... a tal proposito Grazie per i tuoi complimenti sul mio video e ancora del tuo post aggiungo che spesso corpo e mente non vanno d'accordo! io ne so qualcosa ... grazie di tutto, a presto!! Stefania

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  6. Voler vincere a tutti i costi alla fine sfianca... Io ho smesso di essere competitiva quando parecchi anni fa ho letto il libro di Marlo Morgan: E la chiamarono due cuori, dove descrive la perplessità di un aborigeno australiano che non capiva come si potesse essere felici di vincere vedendo che qualcuno ha perso... Ti giuro che da quel giorno la competizione non fa più parte di me!
    Che liberazione!!

    :-))

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  7. La mia mente invece non ha mai accettato un NO da parte del corpo, lei comanda e il corpo esegue, altrimenti si scatena la violenza.
    Hai detto bene, saper perdere è un'arte, e come tutte le arti, non tutti vi sono predisposti...io no di certo.
    Un superabbraccio!!!
    Dony

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  8. Ciao Luigi, le tue parole ed il filmato mi hanno risvegliato tanti ricordi. Giocavo in porta (la squadra della scuola e non la serie A) ed ogni volta che prendevo un gol me ne volevo. L'ultima partita l'ho fatta a 45 anni: impiegati amministrativi contro impiegati tecnici. Abbiamo vinto 3-2, e molti mi hanno detto che era stato grazie alle mie parate, ma io avevo capito che era finita. Ho regalato i miei guanti a mio nipote, invece di attaccarli al chiodo.
    A proposito vai da me, ti ho preparato una sorpresa. Buona serata.

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  9. Quella canzone è una delle mie preferite di sempre... mi fa quasi commuovere. E condivido in tutto e per tutto il tuo pensiero sul desiderio di vincere (anche se io non sono particolarmente competitiva) e sul saper accettare con dignità le sconfitte.

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  10. Se tu sapessi cosa sono davvero le attuali società (cosiddette) sportive, in particolare quelle di calcio, dove vorremmo mandare i nostri figli perchè si muovano, si divertano, e imparino la sana partecipazione e il rispetto degli altri, ti verrebbero i brividi. L'educazione vigente consiste generalmente in una competitività esasperata e nello sforzo di prevalere a tutti i costi sugli altri, siano essi avversari o compagni meno dotati sul piano sportivo. Il tutto incoraggiato dalle società e da buona parte dei genitori, quelli che vedono nei loro poveri figli una seconda chance per realizzarsi dove sentono di aver fallito.
    Con buona pace dello sport, naturalmente.
    Mille volte meglio, quindi, le sane partitelle fra amici al campetto del patronato o in spiaggia.

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  11. Ciao carissimo,
    hai rilevato un argomento prioritario...
    ...la negatività dell'ansia e dei suoi frutti.
    Nello sport come nella quotidianità...

    Un abbraccio strettissimo,
    che tu possa trascorrere un gioioso weekend*

    Maddy

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  12. Mi son sempre detta che odiavo la competizione, quindi neanche mi ci mettevo, a competere. Finché ho capito che, quello che odiavo, era perdere. Però continuo a fuggire dalle competizioni, di qualsiasi tipo esse siano. Proprio non voglio rischiare di perdere?!?

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  13. Luigi, una riflessione ben ponderata. In fondo la vita è composta da tanti innumerevoli "giochi" (se così si può definirli) ma solo chi li affronta con coraggio, entusiasmo, ottimismo, impegno e lealtà potrà guardare avanti ad occhi alti e si sentirà libero e leggero

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  14. @ Sciarada: bella questa considerazione di Kundera!!!
    Buon fine settimana

    @ Stefania: bentornata, amica mia, il tuo stile rivela semplicità e grazia che colpiscono!!!
    A presto

    @ Sara: io credo che la competizione che fa crescere sia anzitutto quella con sè stessi, perchè ci consente di superare i nostri limiti!!
    Un abbraccio

    @ Dony: è una gioia risentirti cara; comprendo molto bene le tue parole: spesso dobbiamo lottare perchè la mente non imprigioni il nostro corpo, chiudendolo in una gabbia senza uscita!!!
    Un abbraccio fortissimo a te

    @ Elio: io ho 45 anni e continuo a giocare con i ragazzi, caro Elio, ma temo che tra non molto dovrò anch'io avere il coraggio di imitarti!

    @ Fra: mi fa piacere sentire che abbiamo gli stessi gusti musicali!!!
    Buon week-end e a presto

    @ Dona: sono d'accordo con te, anche se spesso sono gli stessi genitori che alimentano una competizione assurdamente esasperata!!!

    @ Maddy: un abbraccio forte, forte a te cara!!!

    @ Simo 1: l'importante è non smettere di lottare mai contro sè stessi!!!
    Buona giornata

    @ Simo 2: è vero, cara, la lealtà è una virtù fondamentale nello sport!!!
    Un sorriso

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  15. Ciao Luigi, parole molto belle e vissute...
    la gioia del vivere alla fine è importante, l'esperienza come arrichhimento della propria anima, per proseguire e accettare sempre con più umiltà le sconfitte e gioire veramente con tutti sè stessi delle vittorie che vorranno arrivare...
    Buon week end, Barbara

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  16. E comunque sono tornataaaaa!!!!!!
    Buon weekend!!!
    Dony

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  17. Io da ragazzina (quand'ero un po' sportiva, al contrario di adesso) odiavo gli sport individuali proprio per la competizione che ti metteva da sola contro tutti. Ero brava nella corsa, ma mi intestardivo a fare pallavolo - dov'ero una schiappa - perché il gioco di squadra mi piaceva molto di più. E anche adesso è così... nella vita, intendo.

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  18. @ Barbara: la gioia di vivere: hai detto bene cara; non dovremmo mai metterla in secondo piano!!!
    Buona serata

    @ Dony: sono felice che tu sia tornata; e comunque dal mio cuore non sei mai andata via!!!

    @ Ivy: sono sicuro che sei ancora molto sportiva cara; basta poco per riprendere!!!
    Un abbraccio

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  19. CARO LUIGI ciaoooo.
    Hai ragione . fare sport fa bene anche la salute .Serve a riconciliarsi con il proprio corpo con il tuo corpo, lo si tonifica e se si condivide con qualcuno è ancora meglio! Sempre che lo faccia sempre con questo spirito.
    PS
    Passare da te x me e sempre una gioia . Ti auguro un buon fine settimana Lina

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  20. Luigi, una aggiunta al commento precedente. Fra qualche mese faccio 69 anni ( togli quel sorriso dal tuo volto perché ogni volta che lo dico tutti si mettono a sorridere, se non a sghignazzare) e faccio della bicicletta da corsa. Arrivo sempre ultimo, ma io sono già contento di arrivare perché ho vinto su me stesso e sulla voglia di mollare. Ho risposto al tuo commento sul mio post. Buonanotte.

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  21. La cosa più bella che dovrebbe insegnare lo sport ed il gioco è ... giocare, divertirsi!
    Non ha importanza il vincere o il perdere, ma lo stare insieme, anche fare squadra, diventare amici.
    Secondo me saper giocare è difficile, perchè si pensa solo e sempre al risultato.
    Giocare è un'arte.

    Se poi ne facciamo una parabola per la vita, credo che perdere sia un boccone amaro a cui nessun allenamento potrò mai farti trovare pronto.
    Ti abbraccio e buonanotte

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  22. C'era anche una canzone dei Rokes negli anni 60, niente a che fare con questa bellissima di De Gregori,che ci diceva"Bisogna saper perdere... " ed è così...certo non è così facile, ma basta farlo con dignità e decoro.. non sempre ci è concesso vincere e si deve accettare. Ottimo testo il tuo. Buona settimana e cari saluti

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  23. @ Lina: è proprio vero; trovo che mi aiuti molto a scaricare le tossine accumulate durante la settimana!!!
    Buona settimana

    @ Elio: non mollare amico mio; conosco gente che a 75 anni sale in bici ancora che è un piacere!!!

    @ Rita: hai ragione cara, la gioia di liberarti da tutti i pensieri giocando una partita è una cosa a cui non potrei rinunciare!!!
    Un abbraccio a te

    @ Paola: impaparare a perdere con dignità aiuta a crescere i ragazzi e ad accettare poi le sconfitte che la vita inevitabilmente ci presenta!!!
    Buona settimana a te

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  24. Arrivo un pò tardi, ma volevo dirti che ho letto volentieri il tuo post, molto interessante l'argomento accompagnato dalla bella canzone di De Gregori. Come hai detto anche tu, penso che il voler vincere a tutti i costi sia più una caratteristica maschile, a parte le eccezioni chiaramente, e a chi dedica la vita allo sport. In genere un atteggiamento fin troppo competitivo viene trasmesso dal padre al figlio: a volte capita che in certe partitelle tra ragazzini i più agguerriti e minacciosi siano proprio i genitori che fanno da spettatori. Saper perdere è una grande conquista, reagire alla frustazione della sconfitta in modo positivo, senza abbattersi nè prendersela con l'avversario, è secondo me un gradino verso la maturità. Ciao!

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  25. Hai proprio ragione Luigi. Vincere può anche essere facile, ma perdere mai! Come dici tu devi imparare a farlo con intelligenza e buona volontà.

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  26. @ Ninfa: la tua analisi è perfetta, amica mia, come del resto i tuoi gusti musicali!!!

    @ Ambra: grazie amica mia; buona settimana!

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  27. Ciao Luigi!
    Questi pensieri mi toccano da vicino perchè ho due figli, uno di 15 e l'altro di 11 anni che giocano a calcio e di partite vinte ho perse ne hanno incontrate e ne incontreranno ancora!
    Splendida riflessione Luigi!
    Questa è una delle mie canzoni preferite...ogni volta che l'ascolto mi emoziona intensamente.

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  28. In bocca al lupo per i tuoi ragazzi allora: che possano vincere tante partite ed imparare a perdere senza fare drammi!!!
    Un abbraccio

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  29. Non so quanti anni hai, ma il tempo ci mostra il limite e accettare, perfino godere del limite é una grossa conquista.

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