domenica 29 marzo 2020

Getsemani


Nel Getsemani, con la sua astuzia perfetta, Satana mi presento’ le torture della carne con un verismo insuperabile. Anche nel deserto aveva cominciato dalla carne. Lo vinsi pregando. Lo spirito domino’ le paure della carne.

Mi presento’ allora l’inutilitá del mio morire, insieme all’utilita’ di vivere per Me stesso senza occuparmi degli uomini ingrati. Vivere ricco, felice e amato. Vivere per la Madre mia, per non farla soffrire. Vivere per portare a Dio con un lungo apostolato tanti uomini. I suoi angeli mi avrebbero aiutato a sedurre gli uomini. Dopo Dio mi avrebbe perdonato vedendo la moltitudine di credenti che gli avrei portato.
Anche nel deserto m’aveva indotto a tentare Dio con l’imprudenza. Lo vinsi con la preghiera. Lo spirito domino’ la tentazione morale.

Mi presento’ poi l’abbandono di Dio. Egli, il Padre, non mi amava piu’. Ero carico dei peccati del mondo. Gli facevo ribrezzo. Era assente, mi lasciava solo. Solo. In quell’ora non c’era che Satana presso il Cristo. Io pregavo per coprire col mio orare le parole sataniche. Ma la preghiera non saliva piu’ a Dio. Ricadeva su di me come le pietre della lapidazione e mi schiacciava sotto il suo peso. La preghiera che per Me era sempre carezza data al Padre, voce che saliva, ed alla quale rispondeva carezza e parola paterna, ora era morta, pesante, invano lanciata contro i Cieli chiusi.

Allora sentii l’amaro del fondo del calice. Il sapore della disperazione. Era questo che voleva Satana. Portarmi alla disperazione per fare di Me suo schiavo.
Ho vinto la disperazione, e Satana suo creatore, per servire Dio e voi dandovi la vita.

Ecco perché l’angelo del mio dolore mi ha prospettato la speranza di tutti i salvati per il mio sacrificio. I vostri nomi! Ognuno mi e’ stato vita, luce e forza che torna.
Nelle inumane torture, per non urlare il mio dolore di Uomo, e per non disperare di Dio e dire che Egli era troppo severo e ingiusto verso la sua Vittima, Io mi sono ripetuto i vostri nomi. Io vi ho visti. Io vi ho benedetti da allora. Da allora vi ho portati nel cuore. E quando e’ per voi venuta la vostra ora di essere sulla terra, Io mi sono proteso dai Cieli ad accompagnare la vostra venuta, giubilando al pensiero che un nuovo fiore di amore era nato nel mondo e che avrebbe vissuto per Me.

Oh miei benedetti! Conforto del Cristo morente! La Madre, il Discepolo, le Donne pietose erano intorno al mio morire, ma voi pure c’eravate. I miei occhi morenti vedevano, insieme al volto straziato della Mamma mia, i vostri visi amorosi, e si sono chiusi cosi’, beati di chiudersi perche’ vi avevano salvati, o voi che meritate il sacrificio di un Dio.

Maria Valtorta, l'Evangelo come mi e' stato rivelato



sabato 14 marzo 2020

Dio non gioca a dadi con l'universo

Tutto e' determinato, dall'inizio alla fine, da forze su cui non abbiamo il controllo.
Danziamo tutti su una melodia misteriosa
intonata a distanza da un musicista invisibile.
Non ho un'espressione migliore di "religiosa" da usare per descrivere la mia fede nel carattere razionale della realta' e nella possibilita' per l'uomo, fino a un certo punto, di conoscerla.
Sono del tutto convinto che Lui non stia affatto giocando a dadi con l'universo.


Albert Einstein, dicembre del 1926



martedì 3 marzo 2020

Lode all'Inviolato

Ne abbiamo attraversate di tempeste E quante prove antiche e dure Ed un aiuto chiaro da un'invisibile carezza Di un custode Degna è la vita di colui che è sveglio Ma ancor di più di chi diventa saggio E alla Sua gioia poi si ricongiunge Sia Lode, Lode all'Inviolato E quanti personaggi inutili ho indossato Io e la mia persona quanti ne ha subiti Arido è l'inferno Sterile la sua via Quanti miracoli, disegni e ispirazioni E poi la sofferenza che ti rende cieco Nelle cadute c'è il perché della Sua Assenza Le nuvole non possono annientare il Sole E lo sapeva bene Paganini Che il diavolo è mancino e subdolo E suona il violino