Nel Getsemani, con la sua astuzia perfetta, Satana mi
presento’ le torture della carne con un verismo insuperabile. Anche nel deserto
aveva cominciato dalla carne. Lo vinsi pregando. Lo spirito domino’ le paure
della carne.
Mi presento’ allora l’inutilitá del mio morire,
insieme all’utilita’ di vivere per Me stesso senza occuparmi degli uomini
ingrati. Vivere ricco, felice e amato. Vivere per la Madre mia, per non farla
soffrire. Vivere per portare a Dio con un lungo apostolato tanti uomini. I suoi
angeli mi avrebbero aiutato a sedurre gli uomini. Dopo Dio mi avrebbe perdonato
vedendo la moltitudine di credenti che gli avrei portato.
Anche nel deserto m’aveva indotto a tentare Dio con l’imprudenza.
Lo vinsi con la preghiera. Lo spirito domino’ la tentazione morale.
Mi presento’ poi l’abbandono di Dio. Egli, il Padre,
non mi amava piu’. Ero carico dei peccati del mondo. Gli facevo ribrezzo. Era
assente, mi lasciava solo. Solo. In quell’ora non c’era che Satana presso il
Cristo. Io pregavo per coprire col mio orare le parole sataniche. Ma la
preghiera non saliva piu’ a Dio. Ricadeva su di me come le pietre della
lapidazione e mi schiacciava sotto il suo peso. La preghiera che per Me era
sempre carezza data al Padre, voce che saliva, ed alla quale rispondeva carezza
e parola paterna, ora era morta, pesante, invano lanciata contro i Cieli
chiusi.
Allora sentii l’amaro del fondo del calice. Il sapore
della disperazione. Era questo che voleva Satana. Portarmi alla disperazione
per fare di Me suo schiavo.
Ho vinto la disperazione, e Satana suo creatore, per
servire Dio e voi dandovi la vita.
Ecco perché l’angelo del mio dolore mi ha prospettato
la speranza di tutti i salvati per il mio sacrificio. I vostri nomi! Ognuno mi
e’ stato vita, luce e forza che torna.
Nelle inumane torture, per non urlare il mio dolore di
Uomo, e per non disperare di Dio e dire che Egli era troppo severo e ingiusto
verso la sua Vittima, Io mi sono ripetuto i vostri nomi. Io vi ho visti. Io vi
ho benedetti da allora. Da allora vi ho portati nel cuore. E quando e’ per voi
venuta la vostra ora di essere sulla terra, Io mi sono proteso dai Cieli ad
accompagnare la vostra venuta, giubilando al pensiero che un nuovo fiore di
amore era nato nel mondo e che avrebbe vissuto per Me.
Oh miei benedetti! Conforto del Cristo morente! La Madre,
il Discepolo, le Donne pietose erano intorno al mio morire, ma voi pure c’eravate.
I miei occhi morenti vedevano, insieme al volto straziato della Mamma mia, i
vostri visi amorosi, e si sono chiusi cosi’, beati di chiudersi perche’ vi
avevano salvati, o voi che meritate il sacrificio di un Dio.
Maria Valtorta, l'Evangelo come mi e' stato rivelato