Genitori che affollate le partite dei vostri figli, sappiate che papà e mamma Sinner non c’erano alla finale in Australia.
Alla premiazione dopo la vittoria Sinner ha ringraziato sua madre e suo padre per la libertà che gli hanno concesso. E poi nelle interviste ha sviluppato il concetto.
Li ha ringraziati ma era anche una specie di risarcimento il suo, che sottolinea il valore di essere lasciati soli a badare alla propria vita, soli ma ovviamente seguiti da lontano.
È anche così che non si smarrisce il filo della partita della vita perché sei stato abituato a cavartela da solo: in fondo il successo di Sinner e le sue dichiarazioni potrebbero trasformarsi in un memorandum divulgativo per i genitori che affollano le competizioni dei loro figli.
Potrebbe essere la volta buona per aumentare il divertimento dei bambini e dei ragazzi e offrire loro la possibilità di cavarsela da soli, nel bene e nel male. Spegnere quell’occhio di bue perennemente acceso che quasi sempre crea danni.
Se Sinner riuscisse nell’impresa di sfrondare l’oppressiva presenza di mamma e papà alle varie competizioni sportive, andrebbe nominato precocemente senatore a vita.
Alla cerimonia chiameremmo Paolino Pulici, ex bandiera del Torino anni Settanta, a lungo impegnato in scuole calcio, che partorì la celebre frase: «Mi dispiace dirlo ma il bambino che preferisco è il bambino orfano».
Massimiliano Gallo, il Napolista