Il mondo ha bisogno di narratori.
Non di scrittori: di narratori.
Non di racconti, ma di narrazioni.
Il racconto è il prodotto di un soggetto, la narrazione invece è qualcosa che esiste nel mondo, un grande fiume che raccoglie tutto quello che ci fa vivere o che ci uccide, la pena, il dolore ma anche la felicità improvvisa, o anche quello che i sociologi bugiardi chiamano "disagio", che non è altro che il grido che erompe dal cuore di chi sta dentro una baracca e non sa come dar da mangiare ai suoi figli, ma anche dal cuore di un ricco prigioniero della sua casa da sogno, della sua indifferenza al modo in cui impiegherà il proprio tempo: lavorare, dormire, fare del bene, non farlo...
E i narratori sono coloro che camminando sulla lastra di cemento - ossia di silenzio - che ci separa sempre dalla verità dei fatti, si soffermano là dove sentono che la lastra è più sottile, e praticano, con cautela ma anche con decisione, dei piccoli buchi, poi in quei buchi infilano una mano, poi un braccio, poi ci s'infilano tutti, e scendono giù, armati di una piccola luce (perché l'ingegno è quello che è, e anche l'uomo più intelligente è comunque un babbeo di fronte al Vero), e cominciano a esplorare, ben sapendo che quello che vedranno è sempre solo una piccola parte di quello che c'è.
Da cosa si riconosce un vero narratore?
Non dalle opinioni dello stesso, non dalla lunghezza dei suoi libri, non dalla sua capacità di dipingere grandi affreschi, insomma non dalla capacità di dominio della pagina, ma solo dalla sua capacità di lasciar entrare dentro la pagina qualcosa che non coincide con lui, con il suo pensiero, con la sua abilità tecnica, con le sue tematiche.
Penetrare nella grande narrazione del mondo, stando al cospetto del Vero, significa lasciar entrare Dio nelle proprie pagine.
Creda o non creda, professi o non professi, un vero grande narratore parla di Dio.
Luca Doninelli; introduzione a "I più non ritornano" di Eugenio Corti; edizioni Ares, Milano, 2013.
domenica 30 giugno 2013
martedì 25 giugno 2013
realtà invisibili
"...vorrei vedere tua sorella felice come lo sei tu..."
Solo l'amore riesce a svelare realtà ancora invisibili...
Solo l'amore riesce a svelare realtà ancora invisibili...
giovedì 13 giugno 2013
questa è l'acqua
"Ci sono due giovani pesci che nuotano uno vicino all’altro e
incontrano un pesce più anziano che, nuotando in direzione opposta, fa
loro un cenno di saluto e poi dice “Buongiorno ragazzi. Com’è l’acqua?”
I
due giovani pesci continuano a nuotare per un po’, e poi uno dei due
guarda l’altro e gli chiede “ma cosa diavolo è l’acqua?”
«Questa è l’acqua», è l’insolito e bellissimo discorso che lo scrittore David Foster
Wallace, autore del best seller mondiale "Infinite Gest", pronunciò nel 2005 di fronte ai laureati del Kenyon College.
Recentemente ne è stato tratto un film "corto" di nove minuti che sta spopolando in rete; mi sembra interessante proporvi qui alcuni stralci di quel discorso.
"Il succo della storia dei pesci è solamente che spesso le più
ovvie e importanti realtà sono quelle più difficili da vedere e di cui
parlare"
"Se la vostra assoluta libertà di scelta su cosa pensare vi
sembrasse troppo ovvia per perdere del tempo a discuterne, allora vorrei
chiedervi di pensare al pesce e all’acqua, e a mettere tra parentesi
anche solo per pochi minuti il vostro scetticismo circa il valore di ciò
che è completamente ovvio.
Ecco un’altra piccola storia
istruttiva. Ci sono due tizi che siedono insieme al bar in un posto
sperduto e selvaggio in Alaska. Uno dei due tizi è credente, l’altro è
ateo, e stanno discutendo sull’esistenza di Dio, con quell’intensità
particolare che si stabilisce più o meno dopo la quarta birra. E l’ateo
dice: “Guarda, non è che non abbia ragioni per non credere. Ho avuto
anche io a che fare con quella roba di Dio e della preghiera. Proprio un
mese fa mi sono trovato lontano dal campo in una terribile tormenta, e
mi ero completamente perso e non riuscivo a vedere nulla, e facevano 45
gradi sotto zero, e così ho provato: mi sono buttato in ginocchio nella
neve e ho urlato ‘Oh Dio, se c’è un Dio, mi sono perso nella tormenta, e
morirò tra poco se tu non mi aiuterai’.” E a questo punto, nel bar, il
credente guarda l’ateo con aria perplessa “Bene, allora adesso dovrai
credere” dice, “sei o non sei ancora vivo?” E l’ateo, alzando gli occhi
al cielo “Ma no, è successo invece che una coppia di eschimesi, che
passava di lì per caso, mi ha indicato la strada per tornare al campo.”
"Questa, credo, sia la libertà data da una vera educazione, di
poter imparare ad essere “ben adattati”.
Voi potrete decidere con
coscienza che cosa ha significato e che cosa non lo ha. Potrete
scegliere in cosa volete credere. Ed ecco un’altra cosa che può sembrare
strana, ma che è vera: nella trincea quotidiana in cui si svolge
l’esistenza degli adulti non c’è posto per una cosa come l’ateismo. Non è
possibile non adorare qualche cosa. Tutti credono. La sola scelta che
abbiamo è su che cosa adorare. E forse la più convincente ragione per
scegliere qualche sorta di dio o una cosa di tipo spirituale da adorare –
sia essa Gesù Cristo o Allah, sia che abbiate fede in Geova o nella
Santa Madre Wicca, o nelle Quattro Nobili Verità, o in qualche
inviolabile insieme di principi etici – è che praticamente qualsiasi
altra cosa in cui crederete finirà per mangiarvi vivo. Se adorerete il
denaro o le cose, se a queste cose affiderete il vero significato della
vita, allora vi sembrerà di non averne mai abbastanza. È questa la
verità. Adorate il vostro corpo e la bellezza e l’attrazione sessuale e
vi sentirete sempre brutti. E quando i segni del tempo e dell’età si
cominceranno a mostrare, voi morirete un milione di volte prima che
abbiano ragione di voi. Ad un certo livello tutti sanno queste cose.
Sono state codificate in miti, proverbi, luoghi comuni, epigrammi,
parabole, sono la struttura di ogni grande racconto. Il trucco sta tutto
nel tenere ben presente questa verità nella coscienza
quotidiana. Adorate il potere, e finirete per sentirvi deboli e
impauriti, e avrete bisogno di avere sempre più potere sugli altri per
rendervi insensibili alle vostre proprie paure. Adorate il vostro
intelletto, cercate di essere considerati intelligenti, e finirete per
sentirvi stupidi, degli impostori, sempre sul punto di essere scoperti.
Ma la cosa insidiosa di queste forme di adorazione non è che siano
cattive o peccaminose, è che sono inconsce. Sono la configurazione di
base.
Sono forme di adorazione in cui scivolate lentamente, giorno
dopo giorno, diventando sempre più selettivi su quello che volete
vedere e su come lo valutate, senza essere mai pienamente consci di
quello che state facendo".
"La Verità con la V maiuscola è sulla vita PRIMA della morte. È sul
valore reale di una vera istruzione, che non ha quasi nulla a che
spartire con la conoscenza e molto a che fare con la semplice
consapevolezza, consapevolezza di cosa è reale ed essenziale, ben
nascosto, ma in piena vista davanti a noi, in ogni momento, per cui non
dobbiamo smettere di ricordarci più e più volte: “Questa è acqua, questa
è acqua.”
"Questa è la vera libertà. Questo è essere istruiti e capire come
si pensa. L’alternativa è l’incoscienza, la configurazione di base, la
corsa al successo, il senso costante e lancinante di aver avuto, e
perso, qualcosa di infinito".
venerdì 7 giugno 2013
um samba sobre o infinito
Qualcuno mi ha detto che questo blog è velato di malinconia.
E' vero.
Questo blog è intriso di malinconia.
E tuttavia quanta gioia c'è in questa malinconia.
C'è tanta di quella gioia da inondare tutta una valle, verde.
La stessa gioia che trasmette un samba malinconico e struggente.
Come la canzone che segue e che avevo già segnalato in passato:
ma è talmente bella che mi vengono i brividi.
Il fatto è che il mio cuore esprime pienamente tutti i paradossi della natura decaduta.
Il mio nome è segno di contraddizione.
E nella mia anima convivono oceani di gioia ed abissi di solitudine.
Squarci di felicità sorprendente e spine nella carne perennamente sanguinanti.
E' la vita. E va bene così
perchè il tempo è dalla nostra parte e niente si perde
neanche una lacrima
e adesso "silenzio per favore"
parte la musica...
E' vero.
Questo blog è intriso di malinconia.
E tuttavia quanta gioia c'è in questa malinconia.
C'è tanta di quella gioia da inondare tutta una valle, verde.
La stessa gioia che trasmette un samba malinconico e struggente.
Come la canzone che segue e che avevo già segnalato in passato:
ma è talmente bella che mi vengono i brividi.
Il fatto è che il mio cuore esprime pienamente tutti i paradossi della natura decaduta.
Il mio nome è segno di contraddizione.
E nella mia anima convivono oceani di gioia ed abissi di solitudine.
Squarci di felicità sorprendente e spine nella carne perennamente sanguinanti.
E' la vita. E va bene così
perchè il tempo è dalla nostra parte e niente si perde
neanche una lacrima
e adesso "silenzio per favore"
parte la musica...
Iscriviti a:
Post (Atom)