a proposito di Mladic, trascrivo stralci di una lettera bellissima scritta da una suora violentata dai miliziani serbi: è un pò lunga ma credo proprio che se la leggerete non la dimenticherete più!
"Rev. Madre Generale
Sono Ducj Metrusc, una delle novizie che hanno subito violenza da parte dei miliziani serbi.
Le scrivo all’indomani di quanto è accaduto a me ed alle mie consorelle Tatiana e Sendria.
Mi permetta di non dirle nulla dei particolari della nostra vicenda. Vi sono esperienze così atroci nella vita che non possono essere comunicate a nessuno se non a quel Dio alla cui volontà mi sono l’anno scorso consacrata.
Il mio dramma non è l’umiliazione subita come donna, né l’offesa insanabile fatta alla mia scelta esistenziale e vocazionale, quanto invece la difficoltà di inscrivere nella mia fede un avvenimento che certamente fa parte della misteriosa volontà di Colui che io continuerò a considerare il mio Sposo divino.
Mi trovo adesso in un angosciante buio interiore. Egli mi ha distrutto il progetto di vita che io consideravo definitivo ed esaltante per me, e mi ha improvvisamente inscritta in un suo nuovo disegno che è, in questo momento, per me tutto da scoprire.
Avevo scritto una volta sul mio diario di adolescente: nulla è mio, non sono di nessuno, nessuno mi appartiene. Qualcuno invece mi ha presa, una notte che non voglio più ricordare, e m’ha strappata a me stessa pensando di farmi sua.
Era giorno quando mi sono svegliata, e il primo pensiero che mi venne fu proprio quello dell’agonia di Gesù nell’orto. Si scatenò una lotta terribile: mi chiedevo, da una parte, perché Dio avesse permesso che io fossi straziata e distrutta proprio in ciò che ritenevo la ragione del mio vivere e, dall’altra, per quale nuova vocazione Egli intendesse candidarmi.
Mi alzai a fatica e mi feci il segno della croce: che cos’è Madre la mia sofferenza e l’offesa subita a confronto di quella di Colui per il quale avevo mille volte promesso di dare la vita?
Dissi adagio: “sia fatta la tua volontà, adesso soprattutto che non ho altro appiglio se non la certezza che Tu Signore mi sei vicino”.
Le scrivo Madre non per avere conforto, ma perché mi aiuti a ringraziare Dio di avermi associata alle migliaia di mie connazionali, offese nell’onore e costrette a maternità indesiderate. La mia umiliazione si aggiunge alla loro e, poiché non ho altro da offrire per l‘espiazione dei peccati
commessi dagli anonimi violentatori e per una riappacificazione tra le due opposte etnie, accetto il disonore subito e lo consegno alla pietà di Dio.
Non si meravigli se le chiedo di condividere con me un “grazie” che potrebbe sembrarle assurdo.
Ho pianto in questi mesi i miei due fratelli assassinati dagli stessi aggressori e pensavo che più di così non avrei potuto soffrire.
C’era una parte segreta del dolore del mio popolo che a me sfuggiva. Adesso sono una di loro, una delle tante donne anonime con il corpo devastato e l’anima saccheggiata. Il Signore mi ha ammesso al loro mistero di vergogna, anzi a me suora ha concesso il privilegio di capire fino in fondo la forza diabolica del male.
So che, da oggi in poi, le parole d’incoraggiamento e di consolazione che riuscirò a cavare dal mio povero cuore saranno certamente credute, perché la mia storia è la loro storia, e la mia rassegnazione, sostenuta dalla fede, potrà servire se non di esempio, almeno di conforto.
Tutto è passato, Madre, ma adesso tutto incomincia.
Nella sua telefonata, dopo avermi detto parole di conforto di cui le sarò grata per tutta la vita, lei mi ha posto una domanda: “che ne farai della vita che ti è stata imposta nel grembo?”.
Sentivo che la sua voce tremava nel pormi un interrogativo al quale non ho creduto opportuno rispondere subito, non perché non avessi già riflettuto sulla scelta da fare, ma per non turbare i suoi eventuali progetti nei miei confronti.
Io ho già deciso. Se sarò madre il bambino sarà mio e di nessun altro. Lo so che potrei affidarlo ad altre persone, ma lui ha diritto al mio amore di madre anche se da me non era atteso, ne richiesto.
Non si può strappare una pianta dalle sue radici. Il chicco di grano caduto su una zolla ha bisogno di crescere là dove il misterioso, anche se iniquo, seminatore l’ha gettato.
Realizzerò la mia vocazione in altro modo. Me ne andrò con mio figlio. Non so dove, ma Dio che ha infranto improvvisamente la mia gioia più grande, mi indicherà la strada per fare la sua volontà.
Tornerò povera; riprenderò il vecchio grembiule e gli zoccoli e andrò con mia madre a raccogliere resina dalle cortecce dei larici dei nostri grandi boschi.
Deve pur esserci qualcuno che incomincia a rompere la catena dell’odio che deturpa da sempre i nostri paesi.
Al figlio che verrà insegnerò proprio soltanto l’amore.
Lui, nato dalla violenza, testimonierà accanto a me che l’unica grandezza che onora la persona umana è quella del perdono".
Ragazzi che terribile storia!
RispondiEliminaQueste storie di violenza e abusi mi fanno sempre montare una tal rabbia... In parte so come ci si sente.. ma questa disperazione, grazie a Dio, mi è stata risparmiata...
Spero solo che la grande fede che ha, l'abbia aiutata a sopravvivere...
...
un abbraccio forte Sara...
RispondiEliminaLuigi, per me è difficilissimo commentare questo post.
RispondiEliminaE' stato difficilissimo perfino iniziare a leggerlo, e arrivare fino in fondo, anche se poi, mano a mano che le righe scorrevano una dopo l'altra, sentivo il mio cuore raggelato scaldarsi sempre piu', grazie al perdono e alla Fede immensa di questa donna.
Sappi solo che ogni singola parola di questa lettera meravigliosa e terribile al tempo stesso mi ha toccata nel profondo, e per quanto male mi faccia, tornero' a leggerla di nuovo.
Un abbraccio.
Dony
che storia ragazzi...c'è da riflettere....alla fine del racconto ho detto:" da tanto male, cattiveria, rabbia, nasce il perdono e l'amore di una nuova vita....il disegno di Dio è difficile da interpretare, so solo k da lui nasce sempre tanto amore........è sempre un piacere grande seguirti, ti abbraccio, stefy...
RispondiEliminaMi inchino.
RispondiEliminaSemplicemente mi inchino.
Alla Divina Misericordia, senza la cui Illuminazione questa povera vittima non potrebbe mai aver proferito parole e decisioni come questa.
Dio li aiuterà: perchè Egli non lascia MAI le Sue Opere incompiute.
Grazie, amico mio, di questo toccante post.
Preghiamo per tutte le vittime innocenti di violenza.
Un abbraccio*
Maddy
Ciao luigi grazie per questo post, anch'io sono ammirata dalla forza e dal coraggio di questa donna, che ha trovato dopo lunghe sofferenze,una giustificazione al sopruso subito, definendola volonta' di dio, sublimandolo e facendolo diventare qualcosa di bello e puro che allietera' la sua vita, e' quasi una sfida contro le atrocita'e lei ha sicuramente vinto, ciao a presto rosa buona domenica.)
RispondiEliminaNon so ... ogni parola in più, rispetto alle Sue, mi sembra inadeguata.
RispondiEliminaSandra
Condivido con Stefy: il disegno di Dio ha delle strade tortuose, spesso dolorose, che mettono a dura prova fede e stabilità personali.
RispondiEliminaMa io credo, come in questo caso, che un disegno ci sia sempre.
A noi l'abilità di interpretarlo e di accettarlo.
Ciao Luigi, perdonami se prendo su di me il fardello del bastian contrario.
RispondiEliminaPremesso che nulla giustifica l'affronto subito dalla donna in questione prima ancora che suora, cerco di immedesimarmi nei pensieri di quello che tutti oggi chiamano "carnefice", "boia" etc.
Il Generale Ratko Mladic riteneva che il suo stesso popolo fosse prossimo all'estinzione e l'unica cosa che sapeva fare era la guerra. Si sa che in guerra il più pulito ha la rogna.
Ripeto che non giustifico determinati fatti ma per quanto possa sembrare strano penso (temo) di comprenderne il contesto.
Pensiero che ho non da oggi ma è il tuo post la prima occasione di esternarlo.
Se fossi stato uno di quei soldati forse avrei fatto altrettanto.
La belva ferita e nell'angolo è la più pericolosa.
In quel processo farsa che si sta per allestire in Olanda mancano degli imputati: i comandanti ONU ed i loro referenti politici.
"Cos'avete fatto voi per impedire a quegli uomini di raggiungere il loro punto più basso?"
Scusa, sono uscito un po' fuori tema.
Quello che cercavo di esprimere è che non è sempre possibile separare il bene dal male e che se Suor Lucj Vetrusc era fuor di dubbio una vittima, in un certo senso lo era anche il suo carnefice.
Spero di essermi spiegato, con affetto.
-Stefano-
Credimi Luigi, mi è venuto da piangere nel leggere questa lettera. E non sono facile al pianto.
RispondiEliminaMa mi hanno colpito e mi fanno riflettere anche le parole di Stefano "..se suor Lucy Vetrusc era fuor di dubbio una vittima, in un certo senso lo era anche il suo carnefice".
Una storia molto dura. Che cosa orrenda trovare a gioia di essere madre che intravedo nelle parole della suora in un modo così disumano, eppure la forza di questa donna riesce a trasfigurare anche questo.
RispondiEliminaUna esperienza terribile eppur così frequente, purtroppo.Questo figlio sarà la cura per la sua anima ferita e le darà tutta la forza per superarla..Buona domenica, Barbara
RispondiElimina@ Dony: anch'io cara l'ho riletta tante volte in questi anni e sempre ha qualcosa da insegnarmi!
RispondiEliminaUn abbraccio forte
@ Stefy: a volte serve una speciale grazia di Dio per arrivare a perdonare in simili situazioni!
Grazie a te per l'attenzione
@ Maddy: anch'io sono sicuro che il Signore farà nascere un germoglio stupendo dall'atto sublime di questa donna!
Un bacione!
@ Rosa: in questi casi solo l'amore può spezzare la spirale d'odio che si genera quasi all'infinito!
Grazie per la sensibilità
@ Sandra: hai ragione cara le parole possono talvolta risultare del tutto superflue!
Grazie per i tuoi commenti sempre equilibrati
@ Eva: talvolta la volontà di Dio segue veramente strade impervie e seguirla richiede rinnegare completamente il nostro orgoglio!
Grazie per la delicatezza che sempre dimostri
@ Stefano: non devi scusarti amico mio; mi hanno insegnato a non giudicare mai le persone ma sempre i fatti e questo fatto è indubbiamente un crimine atroce, perchè significa voler cancellare non solo la vita ma anche la dignità di una persona.
La risposta ai tuoi dubbi credo che la fornisca molto bene la stessa protagonista, che non giudica ma perdona, per interrompere a tutti i costi il circolo dell'odio.
Grazie per aver espresso comunque un'opinione contro corrente!
@ Ambra: devo ammettere che anch'io mi commuovo ogni volta che la leggo!
Un abbraccio cara
@ Palmy: è vero, amica mia, la forza di questa donna è trasfigurante.
Buona serata
@ Barbara: ne sono convinto anch'io!
Buona serata
@
Luigi, questa lettera molto toccante, a me dà purtroppo una voglia di vendetta verso tutti i criminali di guerra. Alla fine della seconda guerra mondiale si era affermato "mai più" ed invece da allora ad oggi nel mondo non c'è stato un solo giorno senza guerra con correlativi atti di violenza. Quando finiva da una parte, ricominciava da un'altra. Ho l'impressione che vengano scatenate appositamente dalle grandi industrie venditrici di armi. Buona notte (malgrado tutto quello che succede).
RispondiEliminaIo avevo letto questa lettera o una simile, qualche anno fa in una rivista salesiana, di fronte al dolore ci fa vedere la fedeltà a Dio, la croce che tutti portiamo e che fu tanto pesante anche per Gesù, è un esempio di come non perdere mai la fiducia e le vie del Signore. Noi non dobbiamo smettere di pregare per la pace sopratutto il rosario, come ci chiede ripetutamente la Madonna. Ti auguro una settimana fantastica!
RispondiEliminaLuigi un post forte ma che come sempre ci fa riflettere. Le croci che portiamo, a volte, sono pesanti...ma Dio ci dà sempre un peso adeguato alle nostre spalle...e poi d'improvviso...la croce svanisce e noi ci rialziamo. Sempre.
RispondiElimina@ Elio: e pensare che l'Italia è uno dei maggiori paesi produttori di armi!!!
RispondiEliminaBuona settimana
@ Mirta: la cosa più sorprendente, amica mia, è il fatto che la lettera è stata scritta il giorno dopo il fatto e perciò quando il sangue ancora scorreva sul corpo della povera donna!
Un abbraccio
@ Laura: è vero, cara, Lui non mette mai pesi superiori alle nostre forze sulle nostre spalle!
Buona settimana
Belve. Sottoprodotti di subcultura che meritano solo di marcire in galera per sempre. Mandanti ed esecutori. Non ci sono giustificazioni per azioni del genere. Per dominare occorrono il cervello e la cultura, quando questi mancano si sfoderano armi, genitali e oppressione.
RispondiEliminaDalla caduta del muro di Berlino ad oggi stiamo assistendo quotidianamente alla fragilità dei sistemi basati sulla forza. Battuti non da altra forza bruta, ma da informazione e cultura.
Una lettera straordinaria.
RispondiEliminaQuale spessore, quale esempio e quale Santità.
Grande, Grande e ancora Grande, una Donna meravigliosa, una Stella che brilla.
Neanche inchinandomi sarei abbastanza basso davanti a Lei, misero me.
grazie Oscar per la tua sensibilità e l'attenzione che sempre dimostri!!!
RispondiEliminaA presto
Ciao Luigi,
RispondiEliminaho trovato il tuo commento su un mio post, e te come mio sedicesimo lettore fisso :)
Vado sempre a curiosare sul profilo e sul blog di chi si iscrive ai miei.... a volte ricambio la cortesia, a volte no, dipende da quel che trovo. E nel tuo blog ho trovato molte belle parole, pensieri che spesso condivido, canzoni che amo, tanto che alla fine ho deciso, e come non farlo, di diventare la tua centesima lettrice!
Se ho scelto questo post per presentarmi non è per caso.... la violenza sulle donne è un argomento che mi ha sempre toccato profondamente, e quel che è successo in Serbia, non solo contro le suore ma contro tutte le donne che sono state vittime di questi stupri sistematici, è un orrore che non riesco a metabolizzare. La lettera che hai pubblicato non l'avevo mai letta, ma mi sono chiesta molto spesso quale potesse essere la reazione di ogni donna ed ancor più di ogni suora che ha vissuto quel momento atroce. Io non sono credente. Lo sono stata, qualche secolo fa, ma ho perso la mia fede per strada, da qualche parte che non so. Non sono tornata indietro a cercarla, la vita mi ha troppo allontanata da un dio che non sento più. Non posso fare a meno, tuttavia, di ammirare quella di questa donna ferita che trova nel suo credo un motivo per rialzare la testa e sopravvivere, anzi vivere, e tenere vicino a sé il figlio di una violenza, rinunciando così alla vita che aveva scelto, tornando alla povertà, lasciando le sue certezze. Mi piacerebbe sapere che ne è di lei oggi.
Ti seguirò con interesse.
Anna
Ti invito comunque a leggere qui:
RispondiEliminahttp://books.google.it/books?id=ezBDaKhMm1IC&pg=PA40&lpg=PA40&dq=una+delle+novizie+che+hanno+subito+violenza+da+parte+dei+miliziani+serbi.&source=bl&ots=MAyzKr16EG&sig=_6yQs7p3C_Q0zVO2Fx6sA40gyas&hl=it&ei=88aATvq5HYzBswaB1phF&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=9&sqi=2&ved=0CFUQ6AEwCA#v=onepage&q&f=false
pagina 40
Insight5 giugno 2011 16:14
RispondiEliminaCiao Luigi, perdonami se prendo su di me il fardello del bastian contrario.
Premesso che nulla giustifica l'affronto subito dalla donna in questione prima ancora che suora, cerco di immedesimarmi nei pensieri di quello che tutti oggi chiamano "carnefice", "boia" etc.
Il Generale Ratko Mladic riteneva che il suo stesso popolo fosse prossimo all'estinzione e l'unica cosa che sapeva fare era la guerra. Si sa che in guerra il più pulito ha la rogna.
Ripeto che non giustifico determinati fatti ma per quanto possa sembrare strano penso (temo) di comprenderne il contesto.
Pensiero che ho non da oggi ma è il tuo post la prima occasione di esternarlo.
Se fossi stato uno di quei soldati forse avrei fatto altrettanto.
La belva ferita e nell'angolo è la più pericolosa.
In quel processo farsa che si sta per allestire in Olanda mancano degli imputati: i comandanti ONU ed i loro referenti politici.
"Cos'avete fatto voi per impedire a quegli uomini di raggiungere il loro punto più basso?"
Scusa, sono uscito un po' fuori tema.
Quello che cercavo di esprimere è che non è sempre possibile separare il bene dal male e che se Suor Lucj Vetrusc era fuor di dubbio una vittima, in un certo senso lo era anche il suo carnefice.
Spero di essermi spiegato, con affetto.
-Stefano
@ Stefano: non devi scusarti amico mio; mi hanno insegnato a non giudicare mai le persone ma sempre i fatti e questo fatto è indubbiamente un crimine atroce, perchè significa voler cancellare non solo la vita ma anche la dignità di una persona.
La risposta ai tuoi dubbi credo che la fornisca molto bene la stessa protagonista, che non giudica ma perdona, per interrompere a tutti i costi il circolo dell'odio.
Grazie per aver espresso comunque un'opinione contro corrente!
Sai ho molto camminato e spesso in un post come questo ,in una realtà come questa ne ho visto nascere altre ,il male che genera il male!...ma nonostante tutto non mi sono lasciata intimorire ed ho cercato davvero "nell'Inferno ciò che inferno non è"..
Ecco cosa ho sempre cercato ed ho trovato!
"Cercare e saper riconoscere chi e che cosa in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio" (Calvino - "Le città invisibili")