Per costruire un’opera d’arte con materiale fragile ci vuole tempo, intelligenza e abilità.
Per mandarla in frantumi basta un secondo. E provare a rimettere assieme i cocci dopo che il danno è stato fatto è difficilissimo.
Le scienze sociali e la teoria economica più recente ci insegnano che i 'beni relazionali' sono ciò che contribuisce di più alla felicità e alla fioritura di vita delle persone. E, soprattutto, che il loro fallimento produce infelicità e danni economici rilevanti.
Proprio come nell’esempio dell’opera d’arte, i beni relazionali sono fragili e richiedono una particolare sapienza per poter essere edificati.
Le relazioni non sono come un gelato dove disponibilità economica e volontà individuale sono condizioni sufficienti per poterne godere.
Il terzo e il quarto ingrediente fondamentale di cui c’è bisogno per la creazione delle relazioni sono la volontà della persona con cui il bene relazionale si vuole costruire e l’investimento di tempo e fatica di entrambi.
Guardando la foto del mio matrimonio e le facce sorridenti di quel giorno ho pensato, qualche giorno fa, che nessuno avrebbe potuto dire allora se quell’avventura sarebbe stata un successo o un fallimento.
Nelle relazioni umane non esiste nessun destino e il loro fallimento non può mai essere colpa di terzi.
La storia di ogni relazione è una pagina bianca su cui scrivono i protagonisti.
Il risultato finale è incerto perché la buona volontà di soltanto uno dei due non basta, ma è necessario un investimento congiunto.
Io sono stato felice e fortunato sino ad oggi perché il mio 'investimento' è stato corrisposto, ma proprio per questo non posso vantarmi di nulla né mancare di delicatezza e comprensione per chi ha puntato su una relazione che, per limiti personali o del partner, non ha avuto lo stesso esito.
È arrivato il tempo di capire che la straordinaria 'conquista di civiltà' della nostra libertà di fare qualunque cosa ci passa per la testa rapidamente, senza costi e facendo finta che essa non abbia alcun effetto su terze persone, va riconciliata con la sapienza del costruire relazioni, sapienza che purtroppo abbiamo smarrito.
La schizofrenia di una sensibilità ecologica spiccata per ogni specie animale e vegetale che si accompagna a una crescente sciatteria nell’ecologia delle relazioni umane, è una delle caratteristiche più comiche e allo stesso tempo tragiche dei nostri tempi.
Più che una riduzione dei tempi e dei costi di transazione nel fallimento delle relazioni che rischia di alimentare una nuova bolla speculativa di infelicità sentimentale, vorrei vedere una cultura e una politica che investono e creano le condizioni per una rinnovata sapienza e civiltà delle relazioni.
Per mandarla in frantumi basta un secondo. E provare a rimettere assieme i cocci dopo che il danno è stato fatto è difficilissimo.
Le scienze sociali e la teoria economica più recente ci insegnano che i 'beni relazionali' sono ciò che contribuisce di più alla felicità e alla fioritura di vita delle persone. E, soprattutto, che il loro fallimento produce infelicità e danni economici rilevanti.
Proprio come nell’esempio dell’opera d’arte, i beni relazionali sono fragili e richiedono una particolare sapienza per poter essere edificati.
Le relazioni non sono come un gelato dove disponibilità economica e volontà individuale sono condizioni sufficienti per poterne godere.
Il terzo e il quarto ingrediente fondamentale di cui c’è bisogno per la creazione delle relazioni sono la volontà della persona con cui il bene relazionale si vuole costruire e l’investimento di tempo e fatica di entrambi.
Guardando la foto del mio matrimonio e le facce sorridenti di quel giorno ho pensato, qualche giorno fa, che nessuno avrebbe potuto dire allora se quell’avventura sarebbe stata un successo o un fallimento.
Nelle relazioni umane non esiste nessun destino e il loro fallimento non può mai essere colpa di terzi.
La storia di ogni relazione è una pagina bianca su cui scrivono i protagonisti.
Il risultato finale è incerto perché la buona volontà di soltanto uno dei due non basta, ma è necessario un investimento congiunto.
Io sono stato felice e fortunato sino ad oggi perché il mio 'investimento' è stato corrisposto, ma proprio per questo non posso vantarmi di nulla né mancare di delicatezza e comprensione per chi ha puntato su una relazione che, per limiti personali o del partner, non ha avuto lo stesso esito.
È arrivato il tempo di capire che la straordinaria 'conquista di civiltà' della nostra libertà di fare qualunque cosa ci passa per la testa rapidamente, senza costi e facendo finta che essa non abbia alcun effetto su terze persone, va riconciliata con la sapienza del costruire relazioni, sapienza che purtroppo abbiamo smarrito.
La schizofrenia di una sensibilità ecologica spiccata per ogni specie animale e vegetale che si accompagna a una crescente sciatteria nell’ecologia delle relazioni umane, è una delle caratteristiche più comiche e allo stesso tempo tragiche dei nostri tempi.
Più che una riduzione dei tempi e dei costi di transazione nel fallimento delle relazioni che rischia di alimentare una nuova bolla speculativa di infelicità sentimentale, vorrei vedere una cultura e una politica che investono e creano le condizioni per una rinnovata sapienza e civiltà delle relazioni.
Leonardo Becchetti: il tragico inganno del divorzio breve, su Avvenire del 15 luglio 2014
Sono interamente d'accordo con quanto scrive Becchetti. Sulla necessità di imparare a relazionarsi con gli altri sin da bambini. L'essere umano è selvaggio, lo si vede nei bimbi che per un nonnulla sono pronti ad aggredire il compagno per portargli via un giocattolo. E' davvero un'arte la costruzione delle relazioni umane che richiede il consenso di tutte le persone coinvolte. Un altro punto che mi colpisce di questo bellissimo discorso di Leonardo Becchetti è proprio quella dicotomia tra la voglia di rispetto verso gli animali e spesso la sua mancanza verso un altro uomo o un'altra donna.
RispondiEliminaVolevo aggiungere un dovuto rispetto verso l'altro che non inficia la propria libertà.
RispondiEliminagrazie del bel commento Ambra: anche a me è piaciuta molto la sincerità con cui ha espresso il suo punto di vista su un tema così delicato, soprattutto in un epoca in cui si cerca di ottenere tutto e subito senza quella necessaria componente di riflessività che spesso ci aiuta a fare la cosa giusta!!!
EliminaBuon fine settimana
Ciao Luigi,
RispondiEliminabell'argomento questo sulle relazioni.
Non è un discorso facile perché entrano in causa diversi fattori, prima fra tutti la società in cui si vive.
Anche singolarmente siamo uno diverso dall'altro, con esperienze relazionali diverse.
Quindi non posso dire che ciò che ha detto quest'autore sia assolutamente vero.
Da tempo ho compreso che l'unica vera pecca (ed è sempre una mia opinione) è credere che con falsità e sotterfugi si possa sfuggire all'infelicità.
Poi cosa importantissima è il rispetto per se stessi e per gli altri.
Infine non siamo automi, siamo umani ed istintivi, possiamo sbagliare sempre, senza rendercene neanche conto, l' importante è che cerchiamo di essere sempre vigili, evitando di fare troppi sbagli. L'istinto deve essere sempre domato.
Però ho fiducia ancora e spero che nonostante gli errori e perdonandoci a vicenda la società possa migliorare.
Baci Luigi.
P.s. complimenti per la fotina.;-)
hai ragione amica mia, non è un discorso facile andare sempre d'accordo: aggiungo anche che secondo me è umanamente impossibile; per questo ritengo che ci sia bisogno di molta grazia di Dio per rimanere fedeli agli impegni che liberamente si sono assunti!!!
EliminaUn abbraccio e buona domenica
Verissimo , sapersi relazionare o meno condiziona inesorabilmente la vita .
RispondiEliminaMi viene da fare l'esempio della costruzione della classe e della sua trasformazione in gruppo coeso e solidale: uno degli aspetti più entusiasmanti- nonché faticosi - dei primi tempi in prima elementare. E tutto il cammino di crescita insieme che ne consegue: il compito fondamentale di chi voglia essere , oltre che insegnante, educatore.
Non sempre perseguito e capito, sia dalle famiglie che dagli insegnanti stessi purtroppo.
Mi piace molto questa parte: "...È arrivato il tempo di capire che la straordinaria 'conquista di civiltà' della nostra libertà di fare qualunque cosa ci passa per la testa rapidamente, senza costi e facendo finta che essa non abbia alcun effetto su terze persone, va riconciliata con la sapienza del costruire relazioni, sapienza che purtroppo abbiamo smarrito"...
bentornata Sandra: si è sentita molto la tua mancanza!!!
EliminaSono felice che ti sia piaciuto l'articolo.
Un abbraccio
Secondo me non si può instaurare nessun tipo di relazione finché non si è sereni con sé stessi. Prima bisogna essere onesti e cercare di fare il miglior lavoro interiore che possiamo, cosa che richiede tempo e fatica, e solo allora possiamo condividere questa serenità con gli altri.
RispondiEliminaverissimo Vele: se non possediamo prima noi stessi non potremo mai donarci agli altri!!!
EliminaBuon week-end