martedì 13 gennaio 2015

la vera rivoluzione

Spero che questa volta sia chiaro a tutti quanto è importante comprendere che il nemico è dentro ciascuno di noi, non fuori.
Per Hitler il nemico era il popolo giudeo e con il pretesto di conservare pura la razza ariana ha mandato a morire milioni di uomini colpevoli soltanto di non appartenere al novero dei superuomini germanici.
Per Stalin il nemico era chiunque fosse sospettato di appartenere alla borghesia capitalista, unico ostacolo, insieme alla religione, alla scalata al potere da parte del popolo comunista: anche in questo caso sono state milioni le vittime di questo tragico abbaglio, compresi i milioni di morti causati dalla rivoluzione sociale realizzata da Mao in Cina.
Per i terroristi islamici il nemico è l'occidente crociato e chiunque si opponga all'avanzata dei seguaci del califfato, che alla fine vincerà sbaragliando tutti i nemici del profeta Mao-metto.
Per i redattori della rivista Charlie Hebdo il nemico era la religione, vero oppio dei popoli, in quanto retaggio di arretratezza culturale e civile e, pertanto, da coprire di ridicolo al punto da farne un giornale specializzato che avesse come bersaglio non solo il fanatismo islamico, ma qualsiasi comportamento religioso che osasse contrapporsi alla visione laicista della vita.
Ma l'odio è capace di generare soltanto odio e produrre nient'altro che morte.
L'unica grande rivoluzione di questo mondo l'ha realizzata Cristo, che ha fatto la storia con il proprio sangue e non con il sangue degli altri, ed è stato ammazzato ugualmente nel nome di Dio.
La croce continua ad essere considerata anche oggi, purtroppo, uno "scandalo per i giudei e stoltezza per i pagani", ma non smette per questo di essere l'unica via di salvezza.
Ed è l'unica via di salvezza perché ci insegna a perdonare. 
Dio stesso sceglie di espiare le colpe degli uomini sopportando la morte e la morte più infamante per dimostrare agli uomini di tutti i tempi quanto è importante la misericordia e il perdono.
Senza il perdono dato o chiesto ai fratelli non si può accedere al perdono di Dio: “Se voi infatti perdonerete agli uomini le loro colpe, il Padre vostro celeste perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli uomini, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe” (Mt 6,14-15).
Il perdono, allora, è la grande rivoluzione del cristianesimo, e presuppone l'umiltà di riconoscere che ciascuno di noi ha bisogno di essere perdonato, perché l'unico vero nemico è il peccato.
E talvolta i cristiani stessi non hanno dimostrato di aver compreso questa verità fondamentale.
Il nostro è un Dio che perdona e per questo "non mandò il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui.” (Gv 3,17).
Su questo ‘non giudicare’ Gesù sarà durissimo con i suoi discepoli. “Non giudicate perché non siate giudicati, infatti con il giudizio con cui giudicate sarete giudicati….ipocrita, togli prima la trave che è nel tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello.”  (Mt 7,1-5; Lc 6,37.41-42).
Cristo sa che in tutti gli uomini e in tutte le donne alberga il peccato e che su questo punto tutte le creature, tutte le vittime e tutti gli aggressori, sono uguali, tanto che dirà a chi condannava una adultera colta in fragrante “ Chi è senza peccato scagli la prima pietra” (Gv 8,7).
Così salva l’adultera, colta in fragrante, dalla lapidazione (Gv 8,1-11), superando i comandamenti della Torah (Lev.20,10), e rifiutandosi pertanto di dare alla legge l’ultima parola; e fa tutto questo per dare all’adultera l’inizio di una nuova vita innocente: “Va e da ora non peccare più”. Non riduce l’adultera al peccato che ha compiuto; la sa capace di una vita ‘altra’ e la invita a camminare verso questa vita diversa che vuole ardentemente per lei.
Comprendete adesso perché il vero obiettivo del califfato è Roma?







4 commenti:

  1. Io non sono credente, come forse tu sai, caro Luigi, tuttavia il sentimento di cui parli, il perdono, cerco di farlo mio ogni volta che ci riesco. Perché non è facile far affiorare in sé il buono, il meglio, l'amore. Sento, profonda, la solidarietà e la vicinanza per gli altri uomini che come me cercano disperatamente una strada, un senso alle loro sofferenze e beati quelli che la trovano nella religione. Ma se questa è una religione di morte e di odio, allora meglio non credere in nulla.
    Io temo che la religione, questa religione, sia solo una bandiera per raggiungere il proprio infimo scopo in un delirio di potere che ha sempre mosso le azioni dei pazzi feroci da Hitler a Stalin ccome tu hai scritto. Ognuno si trincera ipocritamente dietro un vessillo, ogni volta diverso, che giustifica il loro odio. Ma l'odio non porta che alla violenza e ad altro odio.
    Si parla di libertà di espressione della stampa, ma anche questo mi pare un vessillo a copertura di una ferocia di tipo diverso. La mia libertà non può ferire la sensibilità di un altro o di altri che hanno diritto a loro volta alla libertà di credere a qualcosa di diverso da quello in cui credo io. Così come io, donna, devo essere libera di esprimermi secondo me stessa e non possesso di un uomo che mi concede di esistere solo se paludata dentro oscuri veli neri.

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  2. Hai ragione Ambra, trascrivo le tue parole molto vere: non è facile far affiorare in sé il buono, il meglio, l'amore; è per questo che occorre cominciare a lottare contro il nemico che è dentro il cuore di ciascuno.
    Possiamo diventare uomini buoni o cattivi a misura della volontà e determinazione che mettiamo in questa lotta quotidiana, perchè, come diceva già Paolo di Tarso 2000 anni fa, "non faccio il bene che voglio ma il male che non voglio" e, pertanto, se non combatto per ricomporre questa frattura che è dentro di me non combinerò mai niente di buono nella vita. Grazie per la bella riflessione
    a presto!!!

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  3. Caro Luigi ,hai toccato un punto molto delicato .....ma questo tuo scritto mi ha commosso.
    Ed é anche vero che tutte le guerre sono state condotte per un credo ,un credo unico che porta sempre con se tragedie o ancora peggio , ed é quello che sta serpeggiando in questo nostro mondo ...
    io penso se ognuno cercasse nella sua anima la parte buona che in se nasonde ,farla rifiorire a nuova vita ,da un piccolo seme vieme la pianta ...allora forse potremmo , uniti, portare l'amore ,la pace .che in questo momento manca un pô da tutte le parti .....ma questo pensiero purtoppo é un'utopia ..
    caro Luigi ,ti auguro una dolce serata ....

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    1. hai proprio ragione cara Bianca: nella nostra anima c'è un abisso di bene e di male, sta a noi far crescere l'uno e comprimere l'altro; il destino di ciascuno è nelle sue mani!!!
      Ti lascio un forte abbraccio

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