Ogni mancanza rimanda a una pienezza.
Una mancanza presuppone sempre una presenza.
Non possiamo sentire il costante bisogno di qualcosa se l'oggetto dei nostri desideri più profondi non l'abbiamo mai visto ne conosciuto.
Se percepiamo che qualcosa di indispensabile ci manca è segno che almeno una volta nella vita abbiamo sperimentato quella pienezza, seppur solo per qualche attimo.
Ogni uomo sente dentro di sé un abissale desiderio di felicità piena e duratura che lo spinge a cercarla senza soste.
Allo stesso tempo percepiamo che ci manca sempre qualcosa per raggiungerla pienamente, anzi, avvertiamo che la nostra condizione umana è molto distante dalla meta desiderata.
Ma questo non ci consente di concludere che la felicità è un illusione, anzi, ci autorizza a credere proprio il contrario.
Perchè sarebbe ancora più assurdo avvertire un bisogno così radicato di qualcosa che non esiste.
Se sento che mi manca so già, solo per questo, che essa esiste.
La felicità può essere il fine del vivere solo perchè ne segna l'inizio.
Se, infatti, la felicità è proprio quella cosa essenziale che tutti desideriamo, dove la conoscemmo per volerla così?
Dove l'abbiamo vista per amarla?
Se infatti non la conoscessimo non l'ameremmo.
L'amore per la felicità, allora, non può essere il mero "prodotto" del desiderio, ma al contrario è ciò da cui il desiderio, riconoscendo o ricordando un'esperienza più grande di sé, comincia a sbocciare veramente.
Ripetiamo allora la domanda: dove l'abbiamo vista per amarla così tanto?
La risposta giusta, come sempre, ce la offre la Teologia non la filosofia.
E' Dio che crea le anime, e le crea a Sua immagine.
Per questo l'anima conserva la somiglianza con Dio, e ne serba il ricordo anche quando il peccato originale ne ferisce l'integrità e le fa perdere quella pienezza di felicità di cui godeva nel seno di Padre.
E' per lo stesso motivo che continuiamo a coltivare il sogno della felicità perduta e nutriamo la speranza, pienamente fondata, di riconquistarla un giorno, quando ritorneremo nel seno del Padre.
La felicità : una ricerca perenne, una meta ambita, un percorso impervio e mai, forse, concluso.
RispondiEliminaforse un giorno si concluderà caro Costantino!!!
EliminaBuon weekend
Teosofia
RispondiEliminaè proprio così Manù: la filosofia formula le domande ed alla Teologia tocca dare le risposte!!!
EliminaTi auguro una buona serata
Ciao Luigi!
RispondiEliminaDa dove attinge queste parole nel post?
L.
mi ha ispirato una persona a te molto cara; grande santo e grande filosofo!!!
EliminaUna persona a me molto cara!Immagino che chiederti come tu conosca questo sia superfluo...!...è il "sentire" il vero protagonista dei nostri stati più profondi..
EliminaCosa sentiamo quando siamo felici?
Cosa sentiamo quando siamo infelici?
Abbiamo la capacità di sentire...o meglio di sentirci?
Cosa intende lei per "sentire"?
Nel suo scritto il verbo sentire è stato menzionato ,almeno Tre volte....scaturendo da questo .... altre parole come felicità, ripetuta a sequenza ...speranza, Dio,amore.
Se io non riuscissi a sentire mi troverei su questa sua pagina??
L.
mi riferisco ad un sentire più con le potenze dell'anima che con i sensi del corpo; d'altra parte è chiaro che l'anima ci precede e non può morire, in quanto immortale, proprio in ragione della sua natura spirituale.
EliminaIl vuoto di cui parlo riguarda l'anima, ed è conseguenza di una ferita di cui non siamo pienamente consapevoli.
Un abbraccio
RispondiEliminaMi sembra che quello che descrivi sia una felicità provocata da momenti di forti emozioni che di solito hanno vita breve ma restano indelebili nella memoria e per anni si cerca di ripeterla, questo soprattutto da giovane ma con la maturità, almeno spero, si capisce che per stare bene non serve essere felici, ma basta essere sereni per trovare uno stato costante di benessere... che forse con il tempo può diventare una felicità moderata anche perchè non c'è la forte sofferenza causata dalla felicità perduta. Chi smette di ostinarsi a cercare la felicità a tutti costi ma cerca la serenità, vive molto meglio perché la felicità è solo uno stato passeggero di esaltazione emozionale. La felicità si può provare anche in momenti impensabili, non necessariamente legati a una persona ma a uno stato d'essere personale.
Ciao Cristina : )
comprendo cosa intendi cara Cristina; io però mi riferivo a qualcosa di più profondo: quel vuoto che sentiamo costantemente dentro e che mi ha sempre dato l'impressione di una voragine che all'origine era riempita da un tesoro molto prezioso, perduto per un evento drammatico, ma di cui serbiamo ancora il ricordo e la speranza di riconquistare.
EliminaProbabilmente non ti capisco perchè questo vuoto non lo sento... soprattutto gli ultimi anni perchè dopo una lunga ricerca interiore ho ritrovato me stessa.
Eliminain effetti un altro problema da risolvere è proprio questo cara Cristina: perché alcune persone avvertono questo vuoto ed altre no?
EliminaCi sto lavorando...
Buona serata
Perchè hanno subito una forte sofferenza da bambini e per capire questo e superarlo naturalmente ci vuole una lunga analisi approfondita che può durare anche anni...
EliminaDimenticavo... mi piace il testo che hai scritto e come lo hai scritto... penso che lo hai scritto tu vero?
RispondiEliminagrazie per l'apprezzamento: il testo l'ho scritto io, ma l'ispirazione l'ho trovata nelle Confessioni di S. Agostino; le domande del testo sono identiche a quelle da lui formulate secoli fa.
EliminaBuona serata
Un testo da leggere allora! Buona domenica!
EliminaUn post molto Teologico-filosofico, condivido pienamente.
RispondiEliminaBen detto l'essere umano è sempre in cerca di qualcosia sia "felicità "o altro.
Buona settimana
Rachele
ci manca sempre qualcosa, Rakel, come ripete anche Niccolò Fabi nella splendida canzone "la bellezza"!!!
EliminaGrazie della visita
Bellissima meditazione!
RispondiEliminaLa felicità racchiude molti sentimenti: la gioia, la contentezza,la serenità, la speranza, io scelgo la felicità dell'amore... perchè chi ama possiede un fondo inesauribile di gioia.
Grazie Luigi!
Ciao
Luci@
grazie Lucia, per l'attenzione e la sensibilità!!!
EliminaUn sorriso
Ci manca un po' di umiltà :) Ciao
RispondiEliminaparole sante caro Anto!!!
EliminaBuona Pasqua
Nostro Signore ci ha dato la possibilità di questo dono, ma noi non sappiamo trovarlo e anche quando c'è non lo vediamo...
RispondiEliminaCiao Luigi, Serena Pasqua, auguri, Stefania
è proprio così cara Stefania: se sapessimo riconoscere il dono di Dio...
EliminaTanti auguri anche a te
a presto
Ciao Luigi!
RispondiEliminaHo preferito farti qui i miei Auguri per il giorno a seguire e spero di cuore che a quello di domani per te ne seguano ancora tantissimi da vivere serenamente ....ovunque tu sia...ciao
L.
grazie amica mia, spero che sia una Pasqua di vera resurrezione per tutti noi!!!
EliminaUn abbraccio
Mi piace molto questa tua analisi sulla felicità.
RispondiEliminaBuona e lieta Pasqua a te e famiglia, un abbraccio caro Luigi!
un abbraccione anche a te carissima: i nostri contatti sono spesso silenziosi, ma sinceri ed autentici!!!
EliminaCiao Luigi, tanti auguri e buon proseguimento di feste Pasquali...sono giorni che cantano la poesia, l'amore , la pace e la mesericordia...
RispondiEliminaCiao da Luci@
è vero Lucia, stamane c'era una luce talmente limpida che tutto l'universo sembrava risplendere!!!
EliminaUn abbraccio
La nostra anima ha nostalgia della beatitudine celeste nella quale viveva, prima d'incarnarsi in un corpo fisico...anche se non ce ne rendiamo conto razionalmente.
RispondiEliminaBuona settimana!
Ecco, nostalgia è la parola giusta cara Giovanna, ha dato il titolo ad un altro post di questo blog, forse quello che mi è più caro.
RispondiEliminaGrazie di cuore
Ciao Luigi, se passi a leggere l'ultimo post di mr.loto mi farai felice, credo che ci voglia un altro tocco attingendo da questo tuo bellissimo post!Grazie di cuore, un abbraccio.
EliminaL'incontro è qui tra me e te e dopo aver letto il tuo commento lí ieri , piangevo davvero...:" e quando una poesia squisita porta le lacrime sul ciglio degli occhi, queste lacrime non sono la prova di un eccesso di godimento, ma piuttosto la testimonianza di una malinconia irritata, di una postulazione nervosa, di una natura esiliata nell'imperfetto e che vorrebbe impadronirsi immediatamente, su questa terra stessa, di un paradiso rivelato"
RispondiElimina«L’anima è come un vaso vuoto in attesa di essere riempito, come un affamato che desidera il cibo, come un infermo che sospira per la salute e come chi sta sospeso in aria e privo di un sostegno a cui appoggiarsi...