domenica 24 marzo 2013

Rosso come la passione

"Due sono le necessità dell’uomo: L’amore e il dolore.
L’amore che v'impedisce di commettere il male, il dolore che ripara il male.
Questa è la scienza da apprendere: saper amare e saper soffrire.
Io sono venuto a santificare il dolore, soffrendo il Dolore per voi e fondendo i vostri dolori relativi al Mio dolore infinito. Dando così merito al dolore.
La via del dolore è la via del Cielo. Seguitela con pace e avrete il mio Regno.
Non c’è altra via fuor di quella della rassegnazione alla volontà di Dio, della generosità, della carità verso tutti. Ce ne fosse stata un’altra Io ve l’avrei indicata.
Sono passato Io per questa perché è la via giusta.
Se Io con la mia potenza distruggessi il male, quale che sia, voi giungereste a credervi autori del Bene che in realtà sarebbe mio dono e non vi ricordereste mai più di Me. Mai più.
Avete bisogno, poveri figli, del dolore per ricordarvi che avete un Padre.
Come il figliol prodigo che si ricordò di averlo quando ebbe fame.
Io non voglio una risurrezione forzata nei cuori.
Forzerò la morte e mi renderà le sue prede, perché Io sono il Padrone della vita e della morte, ma sugli spiriti, che non sono materia che senza soffio è priva di vita, ma sono immortali essenze capaci di risorgere per volontà propria, Io non forzo la risurrezione.
Do il primo appello e il primo aiuto, come uno che aprisse un sepolcro dove uno fu chiuso mal vivo e dove morrebbe se a lungo rimanesse in quelle tenebre asfissianti, e lascio entrare aria e luce … poi attendo.
Se lo spirito è voglioso di uscire, esce. Se non vuole così, s’infosca ancor più e sprofonda, ma se esce! … Oh, se esce, in verità ti dico che nessuno sarà più grande del risorto di spirito.
Solo l’innocenza assoluta è più grande di questo morto che torna vivo per forza di proprio amore e per gioia di Dio".

Maria Valtorta, diari.


lunedì 11 marzo 2013

Via Valverde

Tempo di traslochi.
Per il momento traferisco lo studio; poi, tra qualche mese, se ne avrò ancora la forza, toccherà alla casa.
I traslochi danno sempre l'occasione di fare bilanci ed i bilanci possono essere di carattere materiale, economico e spirituale.
Cominciamo da quelli materiali.
E' il quinto trasloco che faccio da quando esercito questo mestiere.
Il primo fu quello che mi condusse a lasciare Napoli per Milano.
Ero giovane e pieno di speranze.
Fu davvero un bel salto sradicarmi dall'ambiente ristretto del paesello per approdare nel centro nevralgico dell'economia nazionale.
Fu un periodo di lavoro durissimo ma che mi diede grandi soddisfazioni.
Poi arrivò il momento di trasferirmi da Milano a Verona.
Le prospettive professionali si ridimensionarono molto ma la qualità della vita fece un "grande balzo in avanti".
La grande madre padana mi accolse come un figlio prediletto nel suo ventre generoso.
Ti manca Napoli? Mi hanno chiesto spesso in questi anni. E la risposta è stata sempre la stessa: no! Per niente!!! Tantomeno mi mancano i napoletani!!!!!!!
A Verona ho cambiato tre volte studio e questa volta spero che sia quella definitiva: per questo ho pensato personalmente anche all'arredamento (domani arrivano i divani).
Il bilancio economico dice che, per come sono fatto, con questo mestiere non diventerò mai ricco, e forse neanche mi interessa diventarlo.
Il bilancio spirituale testimonia che con il lavoro che faccio forse posso diventare santo, se non perdo la pazienza, beninteso, come ultimamente purtroppo mi capita sempre più spesso.
La strada in cui si trova il nuovo studio è via Valverde: che sia finalmente giunto nella terra promessa?