venerdì 24 marzo 2023

Non tenere per se il dono

C'è un termine che non gode di molta simpatia nella mentalità contemporanea: per molti versi è la parola più rifiutata dalla sensibilità moderna.

La parola è sacrificio.

La repulsione dell'uomo moderno verso il concetto di sacrificio nasce da una errata interpretazione del termine stesso, che viene letto sempre come sinonimo di rinuncia, privazione, perdita.

L'interpretazione corretta, invece, è molto più semplice e rassicurante: offerta di un dono a qualcuno.

Me lo ha chiarito ieri un amico molto caro, con queste splendide parole:

"Sacrificare vuol dire non tenere il dono per sè.

Tutto è dono di Dio, gratuito, dato per la nostra gioia e la sua gloria.

Nulla ci è dovuto.

Lo scopo, la funzione di questo dono è imparare a imitare Dio nel donare: la gioia sta nel donare.

Sacrificare non è rinunciare ma donare, donare gratuitamente il dono.

Restituire e non tenere per sè il dono, non soffrire per la sua mancanza.

Se saremo fedeli a questo sacrificio, il Signore ci promette la sua gioia qui sulla terra e per la vita eterna.

Donare infatti è dare vita, essere fecondo.

Tenere per sè è diventare sterili, disperdere il dono.

Come da una fonte il nostro calice è stato riempito a metà: più riverseremo nei calici degli altri, più il nostro si riempie fino a traboccare; più ce lo teniamo e più si prosciugherà".

Grazie Alvise