lunedì 22 giugno 2015

contrariamente a quanto appare sui media

"Con la presente AGAPO – Associazione Genitori e Amici di Persone Omosessuali - dichiara la sua piena adesione alla manifestazione a difesa della famiglia e contro il DDL Cirinnà, in quanto la proposta di legge, contrariamente a quanto appaia sui media, non fa il bene delle persone omosessuali.
Il messaggio che tale legge trasmette ai nostri figli con tendenza omosessuale verrebbe essere il seguente: “la relazione tra due uguali è uguale a quella tra due differenti, vale a dire che A + A = A + B”.
Ciò non è vero e, ciò che non è vero, non può far il bene dei nostri figli.
Le persone omosessuali possono realizzare la felicità nella vita come tutti gli altri, purché sappiano guardare con realismo la propria condizione.
Il progetto Cirinnà rende ciò più difficile, perché oscura il ruolo dell’alterità nelle relazioni affettive, rendendo l’uomo e la donna intercambiabili.
Fa credere che l’alterità nell’amore non debba manifestarsi nel corpo – come se l’unione sponsale non fosse così fortemente corporea.
Fa confondere amore e amicizia, mette a repentaglio quest’ultima non riconoscendola e non separandola dagli atti sessuali.
La legge proposta rischia di aggravare la confusione nelle persone con tendenza omosessuale e di spingere molti dei nostri figli verso grandi illusioni-delusioni e – di conseguenza – verso comportamenti spesso autolesionisti, come dimostrano i dati socio-sanitari dei paesi che già hanno introdotto il matrimonio gay.
Il matrimonio gay rappresenta un nonsenso sul piano antropologico, una grave ingiustizia sul piano sociale (riservandogli un trattamento medesimo all’unione che fa nascere e crescere le generazioni successive) e, come sopra delineato, ci preme sottolinearlo, le prime vittime della legge sarebbero molte delle stesse persone omosessuali".
                  Comitato Direttivo di AGAPO
                                      fonte: www.agapo.net

venerdì 12 giugno 2015

la bellezza del mondo

“La bellezza del mondo ha due tagli, uno di gioia, l’altro d’angoscia, e taglia in due il cuore.”
 Virginia Wolf


venerdì 5 giugno 2015

Un miracolo d'arte

Un miracolo d'arte sorto per custodire un miracolo di fede; questa è la definizione più appropriata per descrivere una delle opere più belle esistenti al mondo: il duomo di Orvieto.
Nel 1263 un prete boemo tormentato dal dubbio circa la presenza reale del corpo e del sangue di Cristo nell'ostia consacrata, si recò in pellegrinaggio a Roma per rafforzare la sua fede. Sulla via del ritorno, fermatosi a Bolsena per celebrare la messa sull'altare della Basilica di Santa Cristina, al momento della consacrazione vide stillare dall'ostia spezzata alcune gocce di sangue, che bagnarono il panno di lino usato nelle funzioni, il Corporale.
Al sacerdote mancò la forza di continuare il rito; pieno di confusione e sorpresa cercò di nascondere il miracolo  avvolgendo le specie eucaristiche nel corporale e si recò in sagrestia.
Durante il percorso, però, alcune gocce di sangue caddero anche sui marmi del pavimento e dei gradini dell'altare.
Appresa la notizia del prodigio, il Papa Urbano IV, che in quel momento si trovava ad Orvieto, mandò il vescovo del luogo a verificare l'accaduto, con il mandato di portare ad Orvieto il corporale insanguinato.
Accertata l'autenticità dell'evento, Urbano IV decise di istituire la festa del Corpus Domini per tutta la Chiesa.

Per celebrare adeguatamente il miracolo, inoltre, decise la costruzione ad Orvieto di una nuova cattedrale che fosse degna di conservare le sacre reliquie.
Il miracolo di Bolsena divenne presto il più famoso del secolo, celebrato e commemorato nell'arte e nella tradizione.

La sua rappresentazione più famosa si trova in un affresco di Raffaello, nelle stanze vaticane, nel quale papa Giulio II assiste alla messa di Bolsena.
Anche il Duomo  di Orvieto, intitolato a santa Maria Assunta, è stato celebrato nei secoli da artisti, scrittori e  poeti, e non mancherà di sorprendere chiunque  deciderà di visitarlo.
Vi stupiranno le sue ardite e slanciate proporzioni –  inno al desiderio di infinito e di ascesa verso il cielo – e la sua mirabile e suggestiva unicità, che sfugge a ogni semplicistica classificazione di stile.
Io ci sono stato l'estate scorsa, e nonostante l'avessi già visitato molti anni fa, sono rimasto senza fiato; per quanto mi riguarda, la sua immensa bellezza è una prova indubitabile dell'esistenza di Dio: non si può costruire un'opera così perfetta senza possedere la reale percezione della grandezza  della Persona alla quale s'intende dedicarla.