Un miracolo d'arte sorto per custodire un miracolo di fede; questa è la definizione più appropriata per descrivere una delle opere più belle esistenti al mondo: il duomo di Orvieto.
Nel 1263 un prete boemo tormentato dal dubbio circa la presenza reale del corpo e del sangue di Cristo nell'ostia consacrata, si recò in pellegrinaggio a Roma per rafforzare la sua fede. Sulla via del ritorno, fermatosi a Bolsena per celebrare la messa sull'altare della Basilica di Santa Cristina, al momento della consacrazione vide stillare dall'ostia spezzata alcune gocce di sangue, che bagnarono il panno di lino usato nelle funzioni, il Corporale.
Al sacerdote mancò la forza di continuare il rito; pieno di confusione e sorpresa cercò di nascondere il miracolo avvolgendo le specie eucaristiche nel corporale e si recò in sagrestia.
Durante il percorso, però, alcune gocce di sangue caddero anche sui marmi del pavimento e dei gradini dell'altare.
Appresa la notizia del prodigio, il Papa Urbano IV, che in quel momento si trovava ad Orvieto, mandò il vescovo del luogo a verificare l'accaduto, con il mandato di portare ad Orvieto il corporale insanguinato.
Accertata l'autenticità dell'evento, Urbano IV decise di istituire la festa del Corpus Domini per tutta la Chiesa.
Per celebrare adeguatamente il miracolo, inoltre, decise la costruzione ad Orvieto di una nuova cattedrale che fosse degna di conservare le sacre reliquie.
Il miracolo di Bolsena divenne presto il più famoso del secolo, celebrato e commemorato nell'arte e nella tradizione.
La sua rappresentazione più famosa si trova in un affresco di Raffaello, nelle stanze vaticane, nel quale papa Giulio II assiste alla messa di Bolsena.
Anche il Duomo di Orvieto, intitolato a santa Maria Assunta, è stato celebrato nei secoli da artisti, scrittori e poeti, e non mancherà di sorprendere chiunque deciderà di visitarlo.
Vi stupiranno le sue ardite e slanciate proporzioni – inno al desiderio di infinito e di ascesa verso il cielo – e la sua mirabile e suggestiva unicità, che sfugge a ogni semplicistica classificazione di stile.
Io ci sono stato l'estate scorsa, e nonostante l'avessi già visitato molti anni fa, sono rimasto senza fiato; per quanto mi riguarda, la sua immensa bellezza è una prova indubitabile dell'esistenza di Dio: non si può costruire un'opera così perfetta senza possedere la reale percezione della grandezza della Persona alla quale s'intende dedicarla.
Nel 1263 un prete boemo tormentato dal dubbio circa la presenza reale del corpo e del sangue di Cristo nell'ostia consacrata, si recò in pellegrinaggio a Roma per rafforzare la sua fede. Sulla via del ritorno, fermatosi a Bolsena per celebrare la messa sull'altare della Basilica di Santa Cristina, al momento della consacrazione vide stillare dall'ostia spezzata alcune gocce di sangue, che bagnarono il panno di lino usato nelle funzioni, il Corporale.
Al sacerdote mancò la forza di continuare il rito; pieno di confusione e sorpresa cercò di nascondere il miracolo avvolgendo le specie eucaristiche nel corporale e si recò in sagrestia.
Durante il percorso, però, alcune gocce di sangue caddero anche sui marmi del pavimento e dei gradini dell'altare.
Appresa la notizia del prodigio, il Papa Urbano IV, che in quel momento si trovava ad Orvieto, mandò il vescovo del luogo a verificare l'accaduto, con il mandato di portare ad Orvieto il corporale insanguinato.
Accertata l'autenticità dell'evento, Urbano IV decise di istituire la festa del Corpus Domini per tutta la Chiesa.
Per celebrare adeguatamente il miracolo, inoltre, decise la costruzione ad Orvieto di una nuova cattedrale che fosse degna di conservare le sacre reliquie.
Il miracolo di Bolsena divenne presto il più famoso del secolo, celebrato e commemorato nell'arte e nella tradizione.
La sua rappresentazione più famosa si trova in un affresco di Raffaello, nelle stanze vaticane, nel quale papa Giulio II assiste alla messa di Bolsena.
Anche il Duomo di Orvieto, intitolato a santa Maria Assunta, è stato celebrato nei secoli da artisti, scrittori e poeti, e non mancherà di sorprendere chiunque deciderà di visitarlo.
Vi stupiranno le sue ardite e slanciate proporzioni – inno al desiderio di infinito e di ascesa verso il cielo – e la sua mirabile e suggestiva unicità, che sfugge a ogni semplicistica classificazione di stile.
Io ci sono stato l'estate scorsa, e nonostante l'avessi già visitato molti anni fa, sono rimasto senza fiato; per quanto mi riguarda, la sua immensa bellezza è una prova indubitabile dell'esistenza di Dio: non si può costruire un'opera così perfetta senza possedere la reale percezione della grandezza della Persona alla quale s'intende dedicarla.
Grazie, Luigi, di queste notizie storiche e artistiche all'origine della festa del Corpus Domini. Il Duomo di Orvieto rapisce davvero con la sua bellezza sia all'interno che all'esterno.
RispondiEliminaBuona serata!!!
Grazie a te Annamaria!!!
EliminaBuon week-end
Per un'appassionata di arte come me, questo post è magia!
RispondiEliminaGrazie e buon w.e.
per te che sei a due passi è doverosa una visita Anto!!!
EliminaBuona serata
Condivido tutto quello che dici sulla Bellezza. Anch'io sono stata folgorata la prima volta che ho visto il Duomo di Orvieto. Mi hanno sempre colpito le cattedrali gotiche, con quella ricchezza di guglie, la struttura, l'altezza, il tutto teso verso il cielo. In una elevazione di grande e forte spiritualità.
RispondiEliminapensa che siamo stati un'ora soltanto davanti alla facciata: non riuscivamo a staccare gli occhi dalla meraviglia!!!
Eliminap.s. come vanno i muscoli; ancora indolenziti?
Caro Luigi
RispondiEliminaa parte il bel post che hai descritto, ti devo dire tutte le volte che passo in autostrada sotto la rupe di Orvieto, mi prometto sempre di uscire per andare a vedere bene il famoso Duomo, ma non lo faccio mai. Spero di fermarmi a Settembre prima di arrivare a Roma.
Un caro saluto. Stefano G.
te lo auguro Stefano: non te ne pentirai!!!
EliminaBuon week-end
Cinquant'anni fa, o giù di lì, la gita scolastica di quarta ginnasio.
RispondiEliminaRoma, Firenze, Tivoli, Frascati, e quella clamorosa meraviglia che è il Duomo di Orvieto.
è tempo di ritornare Costantino!!!
EliminaA presto