mercoledì 19 marzo 2014

tutto sua madre

Accolto da recensioni entusiastiche all’ultimo Festival di Cannes, trascinato da incassi pazzeschi in patria, con oltre 7 milioni di euro incassati in 2 settimane di programmazione, il film autobiografico Les Garcons et Guillaume, a table! di Guillaume Gallienne è finalmente uscito anche in Italia, con il titolo "Tutto sua Madre".
Quelle che seguono sono tre recensioni che dovrebbero invogliarvi ad andarlo a vedere.

"L'equilibrio tra l'ironia e la profonda riflessione sui danni di una presenza materna ingombrante, nonchè il condizionamento familiare violento quanto inconsapevole, fanno di questo film un piccolo miracolo di scrittura e recitazione: troppo facile, visto il tema delicato che affronta, sarebbe stato scivolare nel macchiettistico, nel superficiale o nello scontato"; Alessandro Antinori.

"Sottile e raffinato eppure sfrontato e senza peli sulla lingua, il film procede in un crescendo di situazioni comiche e talvolta esilaranti. Una pellicola diversa e originale, che riesce a toccare il delicato tema dell'identità sessuale con una grazia incomparabile"; Elena Bertoni.

"Un film sovversivo almeno per tre ragioni:
la prima è che la storia racconta di un ragazzo che ha dovuto assumersi il carico di riaffermare la propria eterosessualità, in una società e in una famiglia che aveva decretato la sua omosessualità. Sono più o meno queste le parole che il protagonista, interprete contemporaneamente di sé stesso e di sua madre, pronuncia in una delle scene finali del film (ma tradotte diversamente nel libro edito da Frassinelli).
E’ una storia in cui, con le dovute eccezioni, tutti i ragazzi che sono stati “bambini diversi” si possono riconoscere: il bullismo, la negazione per lo sport, in particolare per il calcio, i travestimenti femminili, la confidenza con la madre e il desiderio di non tradirla, la distanza emotiva dal padre, la debolezza per il proprio migliore amico.
Non manca una descrizione piuttosto cruda di un certo modo di “fare conoscenza” nel mondo omosessuale.
Film sovversivo perché comico. Guillaume Gallienne non è un pivello. E’ membro della Comédie Française e uno degli attori francesi più amati. L’attore racconta la sua epopea con autoironia ed umorismo, impossibile trattenere le risate. Anche nei momenti più drammatici, Guillaume (oltretutto regista e sceneggiatore del film) porta fino alla commozione, ma subito ne smorza la tensione, con uno scherzo, un’irriverenza, una gag.
La vera rivoluzione del film però, sta nel “non detto”, così evidente da non passare inosservato.
La testimonianza di una vita è così schiacciante! Qualunque omosessuale ci si potrebbe riconoscere.
Certo conosciamo tante testimonianze di omosessuali che sono diventati etero, ma qui non c’è nessuna professione di fede, nessuna egodistonia, nessun trauma che porta a cercare un’altra identità. E’ soltanto una presa di coscienza, non il rifiuto di una condizione, non il “pentimento di un finocchio”, come lo accusa sua madre, ma l’amore per una donna, Amandine che lo porta ad uscire dalla sua identità fittizia e scoprirsi eterosessuale"; Eliseo del deserto.

Miracoli che solo il cinema sa fare...

martedì 11 marzo 2014

come polvere che il vento disperde

Non è facile per niente digerire l'idea che siamo soltanto poveri granelli di polvere nella vigna di Dio.
Essere disposti ad accettare che il nostro nome venga dimenticato da tutti affinchè almeno uno possa ricordarlo per sempre.
E' necessario morire per rinascere.
Rinunciare a se stessi per ritrovarsi.
Questo è il terribile paradosso su cui si fonda la nostra vita.
Perchè solo il digiuno sazia veramente e solo il silenzio può riempire di armonie misteriose una intera esistenza: le realtà più profonde e nascoste possiamo scoprirle soltanto ad occhi chiusi.
Scegliendo di morire ogni giorno per rinascere nuovamente ogni giorno.
Non riusciremo mai a camminare sulle acque se non siamo disposti a correre il rischio di affogare.
La realtà è che siamo polvere; polvere nelle mani del grande fattore.
Tutto è grazia.
Non siamo in grado di costruire la felicità con le nostre mani.
La felicità può essere soltanto un dono, e solo chi si preoccupa di donarla agli altri scopre inprovvisamente di possederla già.
E' inutile perciò sprecare interminabili energie per cercare di apparire quello che non siamo: basta accontentarsi di essere un granello di polvere.
E nel momento esatto in cui lo facciamo davvero, pronti a perdere tutto pur di conquistare l'unica cosa essenziale, ecco che ogni granellino di polvere di cui siamo fatti comincia a brillare, illuminandosi di straordinaria luce riflessa, capace poco a poco di riempire di bellezza l'intero universo.


giovedì 6 marzo 2014

comunicato stampa

Mi chiamo Linda e questo comunicato che leggete è per rendervi partecipi del mio cambiamento di vita. Da domani inizierò un percorso psichico e biologico per diventare una mela.

Non mi sono mai sentita donna. Appena sono nata, i miei genitori naturali mi hanno abbandonata. Mi misero in una cassetta di legno e mi lasciarono sotto un albero vicino ad una casa in campagna.


La mia mamma adottiva vendeva frutta e verdura. Mi portava sempre con sé al lavoro. Mi metteva tra le cassette di mele e diceva a tutti: “Guardate che bella la mia bambina?! L’ho trovata sotto un albero! E’ rotonda come una mela!”. Le signore più entusiaste mi mordevano ghiottamente le guanciotte rosate facendomi piangere, ma per loro non erano lacrime, bensì rugiada.


Non sono andata a scuola, ma appena ho imparato a leggere, ho scoperto che nelle storie, le mele sono sempre importanti.


Una volta mi innamorai di un ragazzino. Entrava ogni mattina in negozio e comprava una mela per fare merenda. Un giorno mentre gli porgevo il frutto lo prese dalla mie mani, lo baciò e me lo restituì. Scappò via! Non l’ho più rivisto. 


Forse da allora ho voluto cambiare.


Non sarà facile diventare una mela, anche se sono bassina e rotondetta. Il percorso sarà lungo: dovrò bere molto. Inoltre mi inseriranno una valvoletta nel fianco per soffiarmi dentro del gas. Mi gonfieranno come un palloncino, ma piano piano, per non smagliare la buccia. Con un ciclo di dialisi mi sostituiranno il sangue con del succo di mela dolcissimo; mi nutrirò esclusivamente con barbabietole e cheratina così da diventare tutta rossa e con la scorza dura.


A coloro che sono contrari alla mia scelta dico: lasciatemi libera di essere me stessa! Non importa se sono nata donna, ciò che conta veramente è quello che mi sento di essere. A chi dice che non sarò mai una mela perché non avrò mai i semini neri e nemmeno un torsolo, beh io dico: siete dei razzisti!


Scrivo ai giornalisti: non dovranno dire che ero donna e mi chiamavo Linda, ma soltanto che sono una mela! Questo comunicato è per loro, perché rispettino la mia decisione e non mi feriscano con le loro parole affilate come coltelli. Sono ancora acerba per essere sbucciata ed affettata, ma spero arrivi presto anche per me, il momento di essere finalmente desiderata e gustata.


Con il mio esempio spero di dare coraggio a tutti coloro che desiderano essere una mela, una banana, una fico, una pesca, un’albicocca, una pera, un mirtillo o una fragola. Sono con voi. Viva la frutta e abbasso le mele marce!


Con tanta dolcezza!                                
Linda

(tratto da//eliseodeldeserto.blogspot.it/2013/12/comunicato-stampa-di-linda-lamela.html)