martedì 24 maggio 2016

l'eterna infanzia di Dio

Io ero in piedi tra la folla, vicino al secondo pilastro rispetto all’ingresso del Coro.
In quel momento capitò l’evento che domina tutta la mia vita.
In un istante il mio cuore fu toccato e credetti.
Credetti con una forza di adesione così grande, con un tale innalzamento di tutto il mio essere, con una convinzione così potente, in una certezza che non lasciava posto a nessuna specie di dubbio che, dopo di allora, nessun ragionamento, nessuna circostanza della mia vita agitata hanno potuto scuotere la mia fede né toccarla.
Improvvisamente ebbi il sentimento lacerante dell’innocenza, dell’eterna infanzia di Dio: una rivelazione ineffabile!
Cercando – come ho spesso fatto – di ricostruire i momenti che seguirono quell’istante straordinario, ritrovo gli elementi seguenti che, tuttavia, formavano un solo lampo, un’arma sola di cui si serviva la Provvidenza divina per giungere finalmente ad aprire il cuore di un povero figlio disperato: “Come sono felici le persone che credono!”.
Ma era vero? Era proprio vero!
Dio esiste, è qui.
È qualcuno, un essere personale come me.
Mi ama, mi chiama. 
                                                 Paul Claudel

Un giorno qualcuno mi disse che non riusciva a farsi un'idea di Dio, allora risposi di guardare il suo bambino, perché molto probabilmente Dio gli assomigliava molto.

4 commenti:

  1. Ciao Luigi, si hai ragione...è molto toccante e delicato questo tuo pensiero. Un abbraccio.

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    1. purchè siano bambini molto piccoli però!!!
      Un abbraccio Laura

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  2. E' bel racconto come sempre.
    Buona giornata

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