Nella notte del 24 aprile del 1915 ha inizio il primo genocidio del xx secolo.
In pochi mesi, dalla primavera all'estate dello stesso anno, un milione e mezzo di Armeni trovano la morte per mano dei Turchi in quella che sarà riconosciuta come una vera e propria operazione di pulizia etnica.
Quindici anni dopo, nei primi mesi del 1929, uno scrittore viennese visita a Damasco la più grande fabbrica di tappeti della città: la visione di corpi di ragazzi scheletrici che vi lavorano lo colpisce profondamente; sono orfani armeni scampati al grande massacro.
Lo scrittore aveva sentito parlare del genocidio, ma quella strage era rimasta per lui, come per tutta l'opinione pubblica occidentale, un crimine dai contorni indefiniti e spesso negati.
Improvvisamente l'orrore diventò reale e l'immagine del genocidio armeno non l'abbandonerà più.
Tornato a Vienna si procura, grazie a un diplomatico francese, i rapporti archiviati al Ministero della guerra a Parigi, nei quali trova numerose testimonianze del crimine avvenuto 15 anni prima.
Nasce così uno dei più grandi romanzi storici del 900: "i 40 giorni del Mussa Dugh".
L'autore stesso, Franz Werfel, così descrive la genesi del capolavoro: "la pietosa visione di fanciulli profughi, mutilati ed affamati, che lavoravano in una fabbrica di tappeti, diede la spinta decisiva a strappare dalla tomba del passato l'inconcepibile destino del popolo armeno".
Il romanzo racconta l'incredibile storia, realmente avvenuta, dell'eroica resistenza contro i Turchi di alcuni villaggi armeni della costa dell'Anatolia.
Per evitare la deportazione e la sicura morte nel deserto siriano, circa cinquemila armeni, comprese donne e bambini, si rifugiarono nell'estate del 1915 sul Mussa Dugh, la "Montagna di Mosè", e da lì respinsero per ben tre volte gli assalti dei soldati turchi.
Sulla montagna di Mosè gli armeni resistettero per 40 giorni e quando ormai il cibo era già esaurito e cominciavano a morire di fame, avvenne il miracolo tanto sperato: vengono avvistati da alcune navi da guerra francesi che si dirigono in loro aiuto, riuscendo a salvare i superstiti caricandoli sull'imbarcazione "Jeanne d'Arc".
Io l'ho finito di leggere qualche giorno fa e ritengo che sia una lettura imperdibile, perché fa luce su uno dei più atroci genocidi moderni, di cui ancora oggi si nega l'esistenza da parte dei Turchi che, peraltro, proprio in queste ore stanno attaccando un altro popolo scomodo per i loro disegni politici criminali.
E' un grande affresco sulla storia martoriata di un popolo e, senza ombra di dubbio, uno dei capolavori del romanzo storico moderno.
Ti credo caro Luigi, la storia ci fa capire quanti mostri cerano e ci sono
RispondiEliminaanche oggi, il mondo è ancora cattivo e tutto cercano di giustificare.
Ciao e buona serata con un forte abbraccio e un sorriso:-)
Tomaso
Un abbraccio anche a te caro Tomaso e buon weekend!!+
EliminaForse questo sarebbe proprio uno di quei libri da leggere assolutamente. Molto interessante.
RispondiEliminaGrazie di avercene parlato Luigi! Notte serena.
sono sicuro che ti piacerebbe Pia!!!
EliminaUn abbraccio
La storia ci ha riservato e ci riserva, ancora, purtroppo, troppo atrocità. Un libro di denuncia. Ciao Luigi. Saluti belli.
RispondiEliminasinforosa
È anche uno splendido affresco sulla storia di un popolo che ha sempre avuto una vocazione al martirio!!!
EliminaBuona domenica