mercoledì 20 marzo 2019

Teologia applicata all'igiene dentale

Qualche tempo fa riportavo alcune considerazioni di C.S. Lewis sulla sofferenza.
L'autore delle Cronache di Narnia (e Diario di un dolore) partiva dalla constatazione che un Dio perfettamente buono non smette per questo di incutere timore: "mettiamo di aver a che fare con un chirurgo che ha a cuore solo il nostro bene. Più sarà buono e coscienzioso, più sarà inesorabile nel tagliare. Se cedesse alle suppliche, se interrompesse l'operazione prima della fine, tutto il dolore provato fino a quel momento sarebbe stato inutile. Che cosa vogliono dire quelli che proclamano: "non ho paura di Dio, perché so che è buono"?
Non sono mai stati da un dentista?".
Ecco appunto, il dentista.
Ho un caro amico dentista che ha una passione per la teologia, tanto da aver creato un nuovo genere letterario: la dentoteologia.
Prende spunto, cioè, dalla cura dentale per spiegare argomenti teologici: è talmente bravo che ha influenzato anche me.
Qualche settimana fa, infatti, mentre mi recavo appunto dal dentista, ho fatto il proposito di offrire tutti i dolori che avrei sopportato per la salvezza delle anime che ne avevano bisogno.
A quel punto mi sono chiesto: ma dopo la mia offerta soffrirò di più o no?
Ho pensato che, siccome ci sono molte anime che hanno bisogno di essere salvate, il Padreterno avrebbe approfittato della mia offerta per salvarne quante più possibile, aumentando le mie sofferenze.
Molte persone, infatti, si tengono lontane da Dio per paura di soffrire, quasi sperando di passare inosservate; ricordiamo al riguardo la famosa frase di santa Teresa d'Avila che, provata da tante tribolazioni, si lamentava con Dio, e il Signore le rispose: "Teresa, è cosi che tratto i miei amici"; al che la santa rispose: "capisco allora perché ne hai così pochi".
Poi però ho concluso che avrei sofferto in misura esattamente uguale, perché Dio non può premiare un atto di buona volontà con una maggiore sofferenza; un tale modo di fare, infatti, scoraggerebbe nuovi atti di generosità, anche alla luce di quelle parole del Vangelo secondo cui il Signore: "fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti"; Mt. 5,45.
Non basta, pertanto, tenersi lontani da Dio per non soffrire, dal momento che la vita serba per tutti gli uomini una dose di dolori proporzionata alla loro capacità di sopportazione; ciò che fa la differenza è il senso che diamo al nostro soffrire.
Se ci ribelliamo ad esso considerandolo inutile  esso può condurci alla pazzia; se lo sopportiamo per amore di Dio e delle anime può diventare un tesoro prezioso.

p.s. per la cronaca: quel giorno dal dentista ho sofferto molto meno delle altre volte...



11 commenti:

  1. Caro Luigi, questo è un post da non dimenticare, tutto quanto che hai detto è vero sopportare è giusto, ma curarsi è meglio.
    Ciao e buona giornata con un forte abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso

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    1. parole saggie caro Tomaso, prevenire è meglio che curare!!!
      Un caro saluto

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  2. La sofferenza, il dolore, i lutti, ogni genere di patimento può diventare o pietra di inciampo o pietra che ci innalza. Il Signore ci invita a offrire le nostre piccole croci per...
    È quella offerta che muta il dolore in “gioia”, è da “quella croce” che Dio ha vinto la morte.
    Ciao Luigi, bellissimo post che fa riflettere.
    sinforosa

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    1. grazie amica mia: mi fa piacere che su un tema non semplice da digerire come questo abbiamo completa sintonia!!!
      Buona serata

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  3. Concordo con tutto quello che hai scritto.
    Il dolore ha sempre uno scopo importante...è un richiamo dell'anima per metterci in ascolto con noi stessi...
    Grazie caro Luigi è una pagina bellissima.
    Ritornerò ancora e ancora a rileggerla...
    Ciao da Luciò

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    1. grazie per la sensibilità Lucia!!!
      Ti auguro un felice fine settimana

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  5. Quello che hai scritto mi è piaciuto moltissimo. È proprio questo il senso del dolore...
    Buon fine settimana.

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    1. sono lieto della condivisione!!!
      Buona domenica a te

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