giovedì 23 gennaio 2025

In memoria di Oliviero Toscani

Ieri mia madre mi ha detto: “Ho avuto un solo uomo, tuo padre”.

All’improvviso si sono sgretolati anni e anni di liberazione sessuale, di convincimenti libertari, di mentalità radicale. Tutto quel che avevo creduto una conquista civile si è ridimensionato di fronte a quella semplice affermazione:
“Ho avuto un solo uomo, tuo padre”.
Sono stato messo di fronte alla debolezza di ciò che credevo essere la modernità, con la forza di chi afferma un principio antico, senza la consapevolezza di essere, lei sì, la vera rivoluzionaria.
Mi sono domandato: sono più avanti io che ho vissuto e teorizzato il rifiuto del matrimonio, l’amore libero e i rapporti aperti o lei che per una vita intera è rimasta fedele ad un solo uomo?
Senza essere Gesù Cristo mi sono sentito il figlio di Dio e mia madre mi è apparsa come la Madonna: in modo naturale, come se fosse la più ovvia delle cose, lei ha impostato tutta la sua vita su concetti che oggi ci appaiono sorpassati, ridicoli: la felicità, l’onestà, il rispetto, l’amore.
Mentre penso che non c’è mai stata in lei ombra di rivendicazioni nei confronti del potere maschile mi rendo conto che non esiste nessuno più autonomo di lei.
Nessun senso di inferiorità l’ha mai sfiorata, perché le fondamenta della sua indipendenza erano state scavate nei terreni profondi della dirittura morale, della lealtà, della giustizia, dell’onore e non sulla superficie di ciò che si è abituati a considerare politicamente corretto.
Il rispetto e la timidezza con cui guardava mio padre e l’educazione che mi ha dato a rispettarlo non avevano niente a che vedere con le rivendicazioni dei piatti da lavare.
Mia madre non si è mai sentita inferiore perché ci serviva in tavola un piatto cucinato per il piacere di accontentarci e di farci piacere; o perché lavava e stirava per farci uscire “sempre in ordine”. Sono consapevole che sto esaltando il silenzio e quella che le femministe hanno drasticamente definito sottomissione.
Ma non posso fare a meno di interrogarmi sui veri e falsi traguardi dell’emancipazione, su ciò che appartiene ai convincimenti profondi e su ciò che non è altro che sterile battibecco.
Nella ricerca dei valori che dovrebbero educarci a un’etica meno degradata di quella improntata al principio del così fan tutti, mia madre è un esempio di anticonformismo e di liberazione: lei è davvero affrancata dagli stereotipi e dai bisogni indotti della società massificata.
Per conquistare obiettivi importanti e sicuramente oggi irrinunciabili siamo stati costretti ad abdicare alla nostra integrità.
Noi abbiamo perso la “verginità”, non lei.

Oliviero Toscani

12 commenti:

  1. Ogni scelta può essere quella giusta se la riteniamo tale e non facciamo male a nessuno.
    Non ci sono strade migliori di altre, ci sono le strade che decidiamo di percorrere e se sono le nostre, vanno bene.

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    1. in questo caso bisogna dire che ha dimostrato una onestà intellettuale che gli fa onore!!!
      Un abbraccio

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  2. Ho fatto un salto nel passato,precisamente al martedì 20 gennaio 2015.

    Bene dopo dieci anni Oliviero Toscani rimane sempre in tema in una società in cui i valori sono confusi e sostituiti con la libertà.Credo che anche tu veda verità e libertà strettamente connesse:)
    Saluti

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    1. era troppo bello per non riproporlo dopo la sua morte!!!

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  3. Luigi carissimo, hai scritto cose di gran pregio, come sempre. 😉
    Quel che le donne rivendicano però non è il non fare ciò che ha indicato potentemente tua madre. Lei col suo modo di essere e fare era veramente libera. Se veniva rispettata nelle sue scelte era libera. Se ha deciso di amare solo un uomo era libera. La donna ieri come oggi difende solo la propria dignità che il più delle volte viene calpestata. Oggi come ieri. Il suo esempio è tutto lì. Voler essere se stessa a discapito di tutto e tutti. Basta amarsi davvero nel rispetto di entrambi. Bello il tuo post. Grazie!

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    1. in realtà non l'ho scritto io cara Pia ma Oliviero Toscani su sua madre. Grazie delle tue belle considerazioni. Un sorriso

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    2. Ahahahah hai ragione ho tappato. Me ne sono resa conto dopo averlo scritto. Ma ho lasciato così sia perché se lo hai riportato forse la pensi come lui e perché il mio pensiero in proposito non cambia. Ti abbraccio e perdona l'errore. Grazie Luigi.

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  4. Oliviero Toscani ha scritto su sua madre ,trovando un senso potente che lui stesso in quanto figlio non è riuscito a ereditare.
    Come ha potuto riconoscere in lei qualcosa che non conosceva lui in primis in quanto figlio?

    Il riconoscere presume un conoscere o no?

    Un bel dilemma e confido in qualcosa di Grande.

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    1. in realtà conosceva già tutto: l'esempio dei genitori vale più di mille parole, ma non basta conoscere la verità per seguirla; c'è bisogno anche della volontà di incarnarla, e questa è la cosa più difficile.

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    2. Un po come il non si possono servire due padroni ...
      Ma se laddove l'esempio dei genitori per un figlio è giusto e non lo si riesce a incarnare come ci può riuscire l'esempio sbagliato degli stessi?Come si orienta il figlio tra volontà e conoscenza?Come se mancasse una terza persona...

      Un saluto sperando tu stia bene

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    3. infatti, manca spesso la dimensione verticale: la grazia, che rafforza la nostra volontà; "senza di me non potete fare nulla"...

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