mercoledì 24 novembre 2021

La casa degli sguardi

Era già da un po' di tempo che volevo leggere questo libro di Daniele Mencarelli.

Mi affascinava soprattutto la sua storia, così dolorosa e autentica, storia di una vera e propria resurrezione.

Il libro racconta la sua vicenda umana di giovane poeta segnato da “una malattia invisibile all’altezza del cuore e del cervello", a causa della quale precipita in un buio sempre più profondo, cercando nell’alcool di dimenticare il vuoto che lo assedia.

"Non ho Dio tra i miei amici, l’ho cercato spesso, forse nei momenti, nei luoghi sbagliati, ma ne sento la mano, nella bellezza delle cose, negli interrogativi che l’amore mi fa piangere. C’entra anche lui con il mio velocissimo declino. Non so quanti ce ne siano in circolazione, appartengo alla categoria di quelli che lo vedono nella maestà delle cose senza sentirne il calore nel cuore. Una cosa infame".

Ad un certo punto, pur di alleviare in qualche modo il dolore che la sua situazione arreca alle persone care, si decide a cercare un lavoro: il 3 marzo 1999 firma un contratto con una cooperativa di pulizie per prestare il suo servizio all’ospedale pediatrico del Bambin Gesù di Roma.

Inizia così per Daniele un cammino che lo condurrà a ritrovare se stesso, seppur attraverso continue ricadute e rinascite.

Il punto di svolta è rappresentato dal contatto con il dolore dei bambini che incontra in ospedale, li vede soffrire e morire e questo lo segna profondamente.

Di fronte a questo dramma si alza potente il suo grido al cielo, a cui rivolge la grande domanda: qual'è il senso di tanto soffrire?

«Io non sapevo che i bambini morissero, sì, muoiono, ma non così, come quello scandalo di bellezza e infanzia sfinita ai miei piedi».

La risposta gli arriva attraverso un incontro, un gesto d’amore che vede all’ospedale: una suora che bacia il viso piagato di un bambino.

In quel gesto Daniele coglie che non serve spiegare il perché del dolore, ci vuole qualcuno che lo sappia comprendere e portare: questo cambia la sua vita.

"Non serve capire, comprendere.
Serve accogliere l’umano con tutta la forza che ci è concessa.
Arrivare alla bellezza che non conosce disfacimento, nucleo primo e inviolabile.
Fronteggiare l’orrore per sfondarlo. Ecco il primato d’amore che ho visto negli occhi di quella suora".

La casa degli sguardi è un libro da non perdere perché indica il cammino che ogni uomo deve percorrere per trovare il senso della propria vita, e spesso il senso lo troviamo proprio in un incontro più che in mille bei ragionamenti: "basta osservare con cura, farsi portare nella vita degli altri".

Questo libro è imperdibile anche perché è poetico nella sua drammaticità, spietato ma vero e struggente, scritto con parole che incantano. 

"Tutto quello che ha preso la mia vita e l’ha rivoltata è dentro l’ospedale. Un grammo alla volta, arto dopo arto, fino al cuore, il cervello. Quando penso a tutti gli incontri, le esperienze, l’aberrazione e l’incanto dentro ogni singolo istante. E la moltitudine di parole che mi viaggia nella mente. Io sono già rinato. Il primo giorno che ho messo piede al Bambino Gesù".


18 commenti:

  1. Un autore che non conoscevo e che mi interesserà approfondire. Dura non chiedersi il perchè di tanto dolore e di tanta ingiustizia, anche se è vero che è una domanda destinata per ora almeno, a restare senza risposta ma è più forte di noi credo, quando vediamo del dolore figlio anche di una crudele assurdità, per quanto sia importante avere nel nostro intimo la forza e la capacità di "baciare quel viso piagato di bambino" non sentire quell'irrefrenabile impulso a commettere ugualmente "quell'errore" di chiedersi ugualmente il perchè-

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    1. credo che il segreto sia proprio quello di "fronteggiare l'orrore per sfondarlo", cosa che riusciamo a fare soltanto in virtù di un amore più grande del dolore!!!
      Buona giornata Daniele

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  2. Non conosco questo autore ma devo dire che la trama suscita il mio interesse. E' un tema da approfondire, a volte ci si chiede il perchè di tanta sofferenza, ce lo chiediamo tutti, credo e un libro come questo aiuta a vedere le cose in maniera diversa, può rappresentare una luce nel buio. Buona serata.

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    1. pensa Caterina che in parte anch'io ho condiviso lo stesso percorso descritto nel libro: durante una attività di volontariato a Fatima, in una casa di cura per bambini cerebrolesi, rimasi talmente toccato dal loro sguardo che alla fine fu una sofferenza lasciarli; quando tornai in Italia ero un'altra persona!!!

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  3. Chi rinasce col dolore altrui è dotato di un'empatia rarissima e sorprendente. Ha fatto bene a raccontare la sua storia, affinché anche altri possano intravedere qualcosa che non è detto sapranno mai provare in prima persona.
    Un abbraccio.

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    1. è proprio vero cara Sara: stare a contatto con il dolore altrui, soprattutto se si tratta del dolore innocente dei bambini, ci consente di ridimensionare tutti i nostri più o meno piccoli o grandi dolori!!!
      Un abbraccio a te

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  4. Molto bello il profondo contenuto del libro
    Un saluto

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    1. sono sicuro che ti piacerebbe molto Giorgio!!!
      Buon week-end

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  5. Dal tuo racconto mi sembra un libro bellissimo. Appena ne avrò l'occasione lo leggerò.
    Un saluto.

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    1. sono sicuro che non te ne pentirai: io sto leggendo il secondo suo libro "Tutto chiede salvezza", altrettanto bello!!!
      Buona serata

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  6. Beh Luigi, questa storia ti tocca da vicino visto che hai vissuto qualcosa di simile.
    Credo che sia una grande esperienza quella di prendersi cura dei bimbi malati. E se accade i nostri problemi possono solo diventare piccoli sempre più fino a sparire.
    Un libro particolare questo. Grazie per avercelo segnalato. Abbraccio forte! Ciao.

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    1. carissima Pia, pensa che mia sorella lavorava come oncologa all'Ospedale di Benevento ed era nel reparto di oncologia pediatrica: dopo qualche anno non ce l'ha fatta più a reggere il peso del dolore dei bambini che doveva curare ed ha chiesto di cambiare reparto. Credo sia una delle esperienze più dure da sopportare!!!
      Un abbraccio

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    2. Ma tu guarda... in quale ospedale?
      Comprendo tua sorella. Non è facile purtroppo. Comunque è sempre oncologa e quindi ha comunque a che fare col dolore di queste persone. Complimenti a lei.
      Abbraccio forte Luigi.

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  7. A.O.Rummo di Benevento, dove peraltro si è trovata molto bene come ambiente di lavoro.
    Un bacione

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  8. Ciao Luigi, un caro saluto. Ti auguro delle serene feste! Stefania

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    1. buon Natale anche a te cara Stefania!!!
      Un abbraccio

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