sabato 5 ottobre 2013

Pecore e pastori

Qualche giorno fa un autorevole scrittore cattolico,  Massimo Introvigne, ha scritto, qui, un articolo nel quale mette in guardia dai rischi in cui può cadere lo stile pastorale e comunicativo di papa Bergoglio;
rischi legati ad un tipo di comunicazione che "pattina sul ghiaccio sottile, per non parlare della possibilità che aprendosi troppo a chi sta fuori della Chiesa si mettano a disagio molti che stanno dentro. Papa Francesco probabilmente conosce la battuta del suo predecessore san Pio X (1835-1914) secondo cui, quando si aprono le porte della chiesa per fare entrare chi sta fuori, bisogna sempre preoccuparsi che non escano coloro, pochi o tanti, che sono già dentro".
"Se pure la conosce, Francesco ha deciso di correre il rischio", aggiunge Introvigne, "lo ha ripetuto al congresso dei catechisti venerdì 27 settembre.
Se la Chiesa non «esce» incontro a chi non la frequenta corre meno il rischio d’incidenti.
Se invece la Chiesa «esce per le strade, nelle periferie, può succedergli quello che succede a qualche persona che va per la strada: un incidente. Tante volte abbiamo visto incidenti stradali.
Ma io vi dico: preferisco mille volte una Chiesa incidentata, e non una Chiesa ammalata». Malata a causa dell’aria viziata di chi rimane chiuso nelle sue stanze e rinuncia ad uscire."
Leggendo queste parole a me è venuto in mente quanto scrisse Luca qualche millennio fa: 
"In quel tempo si avvicinavano a lui tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano: «Costui riceve i peccatori e mangia con loro».  Allora egli disse loro questa parabola: «Chi di voi se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va dietro a quella perduta, finché non la ritrova?  Ritrovatala, se la mette in spalla tutto contento,  va a casa, chiama gli amici e i vicini dicendo: Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora che era perduta. Così, vi dico, ci sarà più gioia in cielo per un peccatore convertito, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione" (Lc. 15, 1-7).
Personalmente, l'unico rischio che vedo oggi è quello di rimanere all'interno del recinto a pettinare la sola pecora rimasta, mentre le altre 99 vagano disperse e disorientate per il mondo.



 

12 commenti:

  1. Sono d'accordo con te Luigii: di pecorelle disperse ce ne sono tante e sarebbe ora che il pastore riuscisse a riprenderle...il nostro Papa Francesco credo abbia molte probabilità di essere il nostro buon pastore . A me piace sentirlo parlare con quella semplicità che entra nel cuore.
    Ti lascio un caro saluto augurandoti una buona domenica

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    1. Senz'altro è la persona che ha scelto lo Spirito santo per i nostri tempi, cara Paola, senza dimenticare però che siamo un po' tutti pecore e pastori!!!
      Buona domenica anche a te

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  2. Bravo Luigi, sono perfettamente d'accordo con te.
    Se qualcuno esce dalla chiesa perché il suo maggiore rappresentante si avvicina anche a chi ha altre vedute, vuol dire che quel qualcuno ha paura del diverso e questo è molto pericoloso. Fermo restando che non si tratta di fare proselitismo, ma al contrario bisogna promuovere sempre l'integrazione e il dialogo con chi ha fatto scelte diverse.

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    1. E soprattutto bisogna essere sempre pronti a dare ragioni della propria fede, con disponibilità sincera a confrontarsi con tutti!!!
      Buona serata cara Vele

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  3. mi piace la semplicità e la schiettezza del Papa,in questi tempi bui,può portare luce anche tra i credenti"tiepidi"
    buona settimana Luigi

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    1. in effetti è quello che speriamo tutti cara Graziella!!!
      Buona settimana anche a te

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  4. Condivido questa tua sensazione anche se non sono cattolica...

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  5. grazie per la sensibilità Titti!!!
    A presto

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  6. Questa volta sono perfettamente d'accordo con te!
    Ciao:)

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  7. Sono d'accordo con te, Luigi e papa Francesco è un vero papa, schietto, aperto al mondo, umile e grande, aperto e innovatore. Un papa come non s'era mai visto.

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    1. e speriamo che il Padreterno ce lo conservi Ambra!!!
      Un sorriso

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