martedì 10 luglio 2012

alla ricerca del senso perduto

Nel 1938 le truppe di Hitler invadono l'Austria e la situazione della comunità ebraica ivi residente precipita.
Intere famiglie vengono deportate nei campi di concentramento.
Tra queste c'è una famiglia viennese nella quale è cresciuto un giovane e brillante psicologo: Victor Frankl.
Egli era stato il primo studioso a sperimentare una cura innovativa: la "Logoterapia", termine usato per la prima volta nel 1926.
Il trattamento con il paziente prevedeva il porre al centro dell'intervento le tematiche relative al senso della vita: l'agire umano deve essere guidato, secondo questa terapia, verso la ricerca del senso, della 'verità esistenziale' nelle sue diverse manifestazioni. Il disagio psichico, che si esprime attraverso le nevrosi, viene considerato come una caduta nel cammino della ricerca del significato, e la sofferenza individuale non come un sintomo, ma come un'azione che si inserisce nella dinamica delle decisioni spirituali da prendere nel corso della vita.
A tal proposito Frankl propone una nuova categoria diagnostica, chiamata 'noogenic neurosis', indicante una forma di nevrosi legata ad un vissuto di vuoto (vacuum) esistenziale.
Questa terapia comincia subito a riscuotere un grande successo, soprattutto tra i giovani, allo scopo di arginare il fenomeno dei suicidi, molto diffuso in quell'epoca a Vienna: di fatto già in quell'anno si registra una drastica riduzione del triste fenomeno nella capitale austriaca.
Ma la deportazione interrompe le terapie del giovane psicologo: egli trascorre tre anni della sua vita in quattro lager diversi: Theresienstadt, Auschwitz, Kaufering III e Türkheim.
Nel 1945 viene liberato dalle truppe statunitensi e rientra a Vienna, mentre i suoi familiari, a parte la sorella, non riescono a sopravvivere: suo padre muore a Theresienstadt, la madre e suo fratello ad Auschwitz, sua moglie (di appena venticinque anni) a Bergen-Belsen.
Dall'esperienza dei campi di concentramento nasce il libro "Uno psicologo nei lager" (Edizioni Ares, Milano 1998), destinato a diventare un best-seller mondiale.
Tra le tante considerazioni che Frankl matura nel periodo di prigionia c'è quella, sorprendente, secondo cui l'uomo è sempre capace di autoderminarsi, anche in condizioni estreme:
«Che cos'è, dunque, l'uomo? noi l'abbiamo conosciuto come forse nessun'altra generazione precedente; l'abbiamo conosciuto nel campo di concentramento, in un luogo dove veniva perduto tutto ciò che si possedeva: denaro potere, fama, felicità; un luogo dove restava non ciò che l'uomo può "avere", ma ciò che l'uomo deve essere; un luogo dove restava unicamente l'uomo nella sua essenza, consumato dal dolore e purificato dalla sofferenza. Cos'è, dunque, l'uomo? Domandiamocelo ancora. È un essere che decide sempre ciò che è. »
(Homo patiens. Soffrire con dignità)
A queste prime pubblicazioni succederanno svariate altre, che costituiranno le basi dell'analisi esistenziale e della logoterapia, quella che egli stesso definisce una "svolta copernicana", sia per ciò che concerne la psicoanalisi, che nella sua stessa vita: prendere consapevolezza di come la motivazione principale dell'uomo non sia il principio del piacere (Freud), né la volontà di potenza (Nietzsche), bensì la "volontà di significato", il desiderio di trovare un senso, uno scopo per la propria vita.
Ma c'è un motivo privilegiato grazie al quale Frankl ha "scelto" di sopravvivere durante la prigionia: l'amore per la moglie Tilly, come descrive stupendamente nel brano che segue
“Improvvisamente, ho di fronte l’immagine di mia moglie.
Mentre inciampiamo per chilometri, guardiamo la neve o scivoliamo su lastre ghiacciate, sempre sorreggendoci a vicenda, aiutandoci gli uni gli altri e trascinandoci avanti, nessuno parla più, ma sappiamo bene che in questi momenti ognuno di noi pensa a sua moglie.
Di tanto in tanto guardo il cielo, dove impallidiscono le stelle, o là, dove comincia l’alba, dietro una scura cortina di nubi: ma il mio spirito è ora tutto preso dalla figura che si racchiude nella mia fantasia straordinariamente accesa, e della quale non ho mai avuto sentore prima, nella vita normale.
Parlo con mia moglie. La sento rispondere, la vedo sorridere dolcemente, vedo il suo sguardo, e – corporeo o meno - il suo sguardo brilla più del sole che si leva in questo momento.
D’un tratto, un pensiero mi fa sussultare: per la prima volta nella mia vita, provo la verità di ciò che per molti pensatori è stato il culmine della saggezza, di ciò che molti poeti hanno cantato; sperimento in me la verità che l’amore è, in un certo senso, il punto finale, il più alto, al quale l’essere umano possa innalzarsi.
Comprendo ora il senso del segreto più sublime che la poesia, il pensiero umano ed anche la fede possono offrire: la salvezza delle creature attraverso l’amore e nell’amore! Capisco che l’uomo, anche quando non gli resta niente in questo mondo, può sperimentare la beatitudine suprema – sia pure solo per qualche attimo – nella contemplazione interiore dell’essere amato. Nella situazione esterna più misera che si possa immaginare, nella condizione di non potersi esprimere attraverso l’azione, quando la sola cosa che si possa fare è sopportare il dolore con dignità, ebbene, anche allora, l’uomo può realizzarsi in una contemplazione amorosa, nella contemplazione dell’immagine spirituale della persona amata, che porta in sé.
Per la prima volta nella mia vita, sono in grado di capire ciò che si intende, quando si dice: gli angeli sono beati nell’infinita, amorevole contemplazione di uno splendore infinito…
Davanti a me cade un compagno; quelli che gli marciano dietro, cadono anche loro. La sentinella accorre e li bastona senza pietà. La mia vita contemplativa è interrotta per qualche secondo, ma subito dopo la mia anima si innalza, si eleva nuovamente dalla mia esistenza di internato ad un mondo sovrumano e riprende il dialogo con l’essere amato”.

30 commenti:

  1. Interessante autore in un periodo storico drammatico;
    bellissime le parole rivolte alla moglie; credo che cercherò puel libro.
    Grazie del consiglio
    Ciao

    RispondiElimina
  2. Un posto illuminante. Cosa può realizzare la contemplazione. Cosa può costruire lo spirito, quando aperto al trascendente. L'uomo può veramente tanto, purtroppo, per quanto riesce a raggiungere elevandosi, paga in cadute i vertici toccati. Un discorso complesso, comunque.
    Buona giornata

    RispondiElimina
    Risposte
    1. tu sei un esperto Massimo: potresti insegnarcele queste cose!!!
      Buona serata

      Elimina
  3. Lo acquisterò e lo regalerò... so già a chi. Grazie, carissimo, come sempre sai elevarmi ad altezze inimmaginabili.

    RispondiElimina
  4. Ciao Luigi grazie per questo interesante post

    buona serata

    RispondiElimina
  5. Ciao amico mio...
    ...sai, questo tuo post cade a ridosso di una (UMILISSIMA) riflessione che ho fatto giusto ieri, e "combinazione" (...)nel tuo post precedente ne sono menzionati proprio i protagonisti...
    ...gli angeli custodi.
    VERITA' DI FEDE, non "...favoletta x bambini".
    Io mi sono chiesta QUANTE delle persone deportate fossero loro devote...
    ...e quante a queste celesti creature han chiesto aiuto in quel frangente.
    E' stata un'immane tragedia...
    ...IMMANE...
    ...ma quelli che io chiamo "i potentissimi soldati di Dio" QUANTO avrebbero potuto fare per chi A LORO si fosse rivolto, facendo OTTIMO uso del proprio libero arbitrio, in tale terribile circostanza, se è vero (e LO E') che essi non ci abbandonano MAI?
    Ci ho pensato...ci penso...e so che ci penserò per molto tempo ancora...
    ...Do mi aiuti a capire.

    Grazie per la segnalazione di questa figura di psicologo, che, confesso, non conoscevo...e grazie x la segnalazione del suo libro, che cercherò senz'altro.

    Un abbraccio fortissimo.

    M@ddy

    RispondiElimina
    Risposte
    1. sai come si dice in questi casi?
      Affinità elettive...
      Un abbraccio forte forte Maddy!!!

      Elimina
  6. Che commozione il pensiero rivolto alla moglie, fa venire la pelle d'oca.
    Comunque "È un essere che decide sempre ciò che è." è una delle definizioni più vere e calzanti che abbia mai letto sull'essere umano.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. in effetti questo è un punto centrale nell'antropologia contemporanea, anche se molti fanno fatica ad accettarlo, preferendo sempre più deresponsabilizzare gli essere umani!!!
      Buona giornata

      Elimina
  7. Nel racconto di questo psicologo c'è tutto il dramma dei campi di concentramento (le parole degli ex deportati toccano sempre il cuore)ma anche un sentimento che per fortuna eleva l'animo al di sopra di tutto: l'amore. Dev'essere un libro molto interessante, grazie per avercene parlato. Ciao, Luigi.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. anche se non è il classico libro sulle atrocità dell'olocausto; è molto di più, proprio perchè mette in evidenza quanto di buono e costruttivo l'uomo ha saputo trarre da quella esperienza!!!
      A presto

      Elimina
  8. Questo post è splendido, leggendolo mi ha emozionato, mi ha dato qualcosa, una particella infinitesimale di quello che ha provato Frankl.
    Non ho letto quel suo libro che andrò a cercare.
    Certo il corpo lo puoi perdere, lo prendono i medici quando è malato e lo fanno soffrire per guarirlo, lo rubano le guardie che lo brutalizzano, ma il tuo spirito nessuno lo può prendere ed è in grado di portarti ad altezze sconosciute dove alberga la scintilla della divinità.

    RispondiElimina
  9. E anche il titolo del post che va a parafrasare quello di Proust è geniale.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. sei sempre attenta e profonda nelle tue considerazioni Ambra: sono davvero onorato della tua amicizia!!!
      Un abbraccio

      Elimina
  10. Caro Luigi .
    sempre interessante i post che lasci . So che andrai in vacanza fra tre settimana beato te! io non so neppure se ci andrò quest'anno ( Non certo per la crisi) :-( Allora visto che e presto per augurarti buone vacanze ti lascio solo 1 saluto e un abbracci :-) Lina

    RispondiElimina
  11. Che posto interessante...grazie!
    Buon fine settimana...

    RispondiElimina
  12. Ciao Luigi, complimenti per questo post. Non conosco Frankl, ma le tue informazioni mi danno voglia di comprare il suo libro. Ho letto moltissimo sulla seconda guerra mondiale ed in particolare sui campi di concentramento, ma ogni volta, alla fine del libro, resto con l'amaro in bocca ed un senso di disagio. Non concepisco come degli esseri umani (sic) possano raggiungere un tale limite di efferatezza, anche se poi sono stati bellamente imitati sino ai giorni nostri.
    Passa da me, almeno uno dei due post pubblicati oggi potrebbe interessarti. Buona domenica.

    RispondiElimina
  13. Non c'entra nulla col tuo post, ma sappi che io giovedì avrei l'esame di diritto amministrativo e che attualmente non ne so molta. Passavo da qui, magari l'aria del tuo blog mi aiuta a capirci qualcosa.

    RispondiElimina
  14. Non conoscevo, mi ha interessato molto questa vicenda, questa persona, le sue idee, le sue capacità, il suo saper soffrire e saper resistere, traendone sempre un profondo insegnamento per noi.

    RispondiElimina
  15. Ri-ciao Luigino ^_^ ,
    un saluto di passaggio per augurarti una serena estate:
    io proprio oggi ho chiuso il blog dei ricami x ferie, ritorno tra voi la seconda settimana di settembre!

    A rileggerci, tvb!

    M@ddy
    mycrossstitchportraits.blogspot.it/

    RispondiElimina
  16. La contemplazione è una maturazione profonda che porta a considerazione così elevate che non richiedono l'utilizzo della parola. E' sempre bello passare qui. Un caro saluto Luigi

    RispondiElimina
  17. "volontà di significato" è semplicemente geniale e soprattutto, a mia avviso (e non sonoi certo psicologo professionista)la più vera delle spiegazioni di tanto dolore psicologico. Al male nella vita possiamo resistere solo se sappiamo che c'è un SEnso, altrimenti restiamo schicciati dentro.

    RispondiElimina
  18. Ciao Luigi, manco da qui da un po' di tempo e me ne scuso. Ho letto con attenzione questo post, come sempre . Viene voglia di cercare il libro di Frankl, specialmente dopo aver letto il brano in cui si fa forza pensando alla moglie... Per altro, il pensiero di quanti hanno sofferto e sono morti per le deportazioni, fa sempre molto male .... Ma così è la vita. Esco dal tuo blog con qualcosa in più dentro di me, ti ringrazio e ti saluto caramente: buona estate.

    RispondiElimina
  19. Manca un pezzo... Come sempre interessante, volevo scrivere.... Ma è rimasto sulla tastiera!

    RispondiElimina
  20. grazie a tutti: siete persone speciali ed io sono fiero di avere amici come voi!!!

    RispondiElimina