martedì 26 aprile 2011

dentro di noi

Il nemico è dentro di noi.
Ogni scelta consapevole che facciamo durante la vita ci cambia un po': l'agire modifica l'essere.
Il nostro cuore nasconde un abisso di bene e di male:
ogni volta che compiamo una buona azione diventiamo migliori, ed anche più felici; ogni volta che compiamo un'azione cattiva diventiamo più cattivi ed anche più tristi.
E tuttavia quanto è difficile trarre fuori il bene dal proprio cuore!
Per fare il male è sufficiente smettere di lottare contro i propri difetti; il bene, invece, richiede sacrificio e sforzo costante per uscire da se stessi.
La cosa peggiore di tutte, però, è il rifiuto di riconoscersi causa principale dei propri mali.
Gli uomini possono essere divisi in due categorie: quelli che attribuiscono tutti i loro problemi a sé stessi e quelli per i quali la colpa della loro infelicità è sempre degli altri.
Pare che anche Gustav Jung abbia sperimentato questo strano fenomeno, quando scrive che: "E' spesso tragico constatare con quanta trasparenza l'uomo rovini la vita a se stesso e agli altri e per niente al mondo si renda conto fino a che punto l'intera tragedia dipenda da lui e da lui venga costantemente alimentata e sostenuta. Di questo non ha consapevolezza e incolpa e maledice il mondo infido che si ritira sempre più lontano. E' piuttosto un fattore inconscio che tesse le illusioni che avvolgono il mondo e la propria persona. La ragnatela tende a divenire un bozzolo nel quale alla fine il soggetto si trova rinchiuso".
Il primo passo da fare, allora, è quello di cominciare a costruire pazientemente se stessi, in un continuo esercizio diretto a tenere ciò che giova e lasciare quello che imprigiona, poiché la grandezza della vita si manifesta in noi a misura della nostra purezza.


lunedì 18 aprile 2011

negativo fotografico

Accadono talvolta eventi inaspettati che sconvolgono il monotono trascorrere della vita quotidiana, ricolmando di sorprendente meraviglia gli occhi dell'umano spettatore.
Qualcosa del genere deve essere successa al fotografo dilettante Secondo Pia, al quale nel 1898 fu dato l'incarico di realizzare la prima fotografia ufficiale della Sindone.
Sviluppando le foto realizzate, infatti, quest'uomo rimase senza fiato: mai si sarebbe aspettato che i negativi fotografici mostrassero l'immagine in positivo di un volto.
Tutto il corpo dell'uomo della Sindone presentava una distribuzione di luminosità che era esattamente opposta a quella che percepiamo nella realtà in cui le parti più sporgenti (ad esempio le punte del naso) presentano tonalità più chiare rispetto a quelle relative a strutture anatomiche più lontane.
L'impronta sindonica si comportava, pertanto, come un negativo fotografico, per cui la Sindone, che è di colore chiaro, appariva scura, mentre le macchie corrispondenti alle zone anatomiche in rilievo risultavano chiare.
Il negativo fotografico rivela, dunque, le particolarità dell’espressione dell’Uomo che in essa fu avvolto e che nessun altro negativo fotografico, di qualsiasi persona, riuscirebbe a riprodurre.
Tra i tanti misteri legati a questo lenzuolo, quello forse più grande consiste proprio nel comprendere come si è formata l'immagine sindonica, poichè tecnicamente soltanto un'esplosione di luce proveniente dal corpo stesso avrebbe potuto lasciare l'impronta di un negativo fotografico sul telo...

giovedì 14 aprile 2011

una serie di sfortunati eventi

Ho il dovere di mettere in guardia chi non avesse ancora visto questo film.
Io lo vidi il 31 dicembre di qualche anno fa: stavamo aspettando la mezzanotte per festeggiare il nuovo anno.
Terminata la visione ho tentato di far esplodere un razzetto del tutto inoffensivo, almeno per un napoletano, e mi sono bruciato un dito (devo ancora capire come ho fatto).
La mattina dopo avevo prenotato l'eurostar per Roma delle 10; vado per chiudere la valigia e si rompe la cerniera. Cerco di ripararla e non ci riesco; riesco però a perdere il treno prenotato.
Chiedo allo sportello se mi possono cambiare prenotazione per riuscire a prendere almeno il treno successivo ma mi dicono che quella mattina i terminali sono andati in tilt e non sono in grado di fare nessuna prenotazione.
Salgo su un treno regionale per riuscire ad arrivare almeno a Bologna (partivo da Verona) ed incredibilmente mi riesce di prendere un eurostar per Roma che partiva un pò in ritardo sull'orario previsto.
Neanche il tempo di pensare: "che fortuna che ho avuto" che, poco prima di arrivare a Firenze, il treno viene colpito da un oggetto non meglio identificato caduto da una collina circostante e si interrompono definitivamente i circuiti elettrici del convoglio.
Dopo un'ora di attesa aprono le porte e ci fanno scendere sulla banchina; sono le tre del pomeriggio ed il sole riscalda ancora la fredda giornata invernale.
Appena il sole si abbassa, però, i malcapitati passeggeri cominciano a gelarsi le budella e risalgono sul treno morto.
Dopo circa tre ore ci viene detto di scendere nuovamente poichè di lì a poco sarebbe arrivato un altro eurostar proveniente da Milano (già pieno di passeggeri) sul quale potevamo salire tutti.
Non so se riuscite ad immaginare la scena di centinaia di passeggeri di un treno morto che salgono su un altro treno già pieno: scene di delirio collettivo totale.
A me, tuttavia, veniva da ridere perchè veramente non riuscivo a credere a quello che mi stava succedendo.
Sono arrivato a Roma alle otto di sera.
Non credo che dimenticherò più questo film.

sabato 9 aprile 2011

la vita è un viaggio

la vita è un viaggio dentro noi stessi
alcuni percorrono questo viaggio fino in fondo
al punto da liberarsi da sè e darsi agli altri
la loro vita diventa allora feconda
altri si perdono dietro ai pensieri del cuore
e non vedono mai la luce
il loro ego è troppo ingombrante
e diventa invalicabile


venerdì 1 aprile 2011

eternamente presente

Nessun destino è già scritto.
Il destino di ciascuno di noi si compie nel tempo ed è sempre il risultato di scelte libere e (più o meno) consapevoli.
Allo stesso tempo Dio conosce già il destino di tutti, perchè Egli è l'Eternamente Presente.
Solo un giorno comprenderemo questo che è forse il più grande mistero della fede; adesso possiamo soltanto sfiorarne la superficie.
Il fatto è che noi siamo abituati ad inquadrare gli eventi all'interno di precise categorie spazio-temporali; ma Dio non è limitato nè dallo spazio, nè dal tempo: tutta la storia passata, presente e futura è adesso presente davanti a Lui.
Ma ciò non vuol dire che sia già scritta.
Egli conosce la nostra vita dall'inizio alla fine, ma questo non ci toglie la libertà di costruirla giorno per giorno come ci pare e piace.
L'Eternamente Presente di Dio non è contro la ragione: è sopra la ragione, poichè il mistero non è irrazionale è mistero e basta.
Oserei dire addirittura che tutto questo discorso ha a che fare più con la Fisica che con la Teologia o la Filosofia: avrebbe potuto comprenderlo più Max Planck che Hegel!